Una burla riuscita

Una burla riuscita è il titolo di una breve opera letteraria pubblicata nel 1926 da Italo Svevo. Viene narrata la storia di Mario Samigli (pseudonimo con il quale lo stesso Svevo firmò numerosi articoli apparsi sull'Indipendente), un letterato deluso per i continui insuccessi, che riesce a riscattarsi grazie ad un improvviso successo negli affari, che compensa le delusioni letterarie. Mario Samigli, impiegato con spiccate velleità artistiche e grande lettore e studioso di letteratura è autore di molte favole (per lo più imitazioni dai più grandi autori) e di un romanzo mai pubblicato. In un certo momento della sua vita, però, la situazione cambia grazie all'incontro con un editore tedesco interessato a pubblicare il romanzo. L'incontro è fonte di grande felicità per il protagonista al quale sembra stia per arrivare (anche se ormai piuttosto anziano) il momento della definitiva e inequivocabile consacrazione a scrittore: un riconoscimento del quale egli considerava degna la sua arte ma mai concretizzato. Ma presto la storia si capovolge in dramma, alla scoperta che il suo improvviso successo non è stato altro che lo scherzo (una "burla" appunto) di un collega del protagonista, che lo vuole unicamente umiliare. In quest'opera è possibile riscontrare alcune specifiche tematiche, riconducibili poi alle medesime su cui si fonda l'intera opera Sveviana: esse sono principalmente la psicoanalisi dell'insoddisfazione, che prende corpo con i sogni e nei sogni del protagonista, tanto turbati e ansiosi quanto calma è la sua condotta da sveglio; l'amore dimostrato al protagonista dal fratello, tenuto ostaggio del dolore dalla malattia; il dramma della beffa, che, lontana dall'essere umoristica, è al contrario bassamente malevola.

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