Le belle Cece

«Secondo me, Vitali sorpassa con la sua levità Guareschi.»
Antonio D'Orrico, «La lettura – Corriere della Sera»

***

Con Le belle Cece Andrea Vitali ci riporta nella Bellano degli anni Trenta, dove non succede mai niente e gli iperbolici ideali del regime non riescono a vincere gli intrighi e le scaramucce di paese. Gli esilaranti e improbabili personaggi di Vitali mettono in scena una giostra di comicità che, come sempre, rende la lettura dei suoi romanzi una piacevole compagnia.

Maggio 1936.
Con la fine della guerra d’Etiopia nasce l’impero fascista. E Fulvio Semola, segretario bellanese del Partito, non ha intenzione di lasciarsi scappare l’occasione per celebrare degnamente l’evento. Astuto come una faina, ha avuto un’idea da fare invidia alle sezioni del lago intero, riva di qui e riva di là, e anche oltre: un concerto di campane che coinvolge tutti i campanili di chiese e chiesette del comune, dalla prepositurale alla cappelletta del cimitero fino all’ultima frazione su per la montagna. Un colpo da maestro per rendere sacra la vittoria militare.
Ma l’euforia bellica e l’orgoglio imperiale si stemperano presto in questioni ben più urgenti per le sorti del suo mandato politico. In casa del potente e temutissimo ispettore di produzione del cotonificio locale, Eudilio Malversati, si sta consumando una tragedia. Dopo un’aggressione notturna ai danni dell’ispettore medesimo, spariscono in modo del tutto incomprensibile alcune paia di mutande della signora. Uno è già stato rinvenuto nella tasca della giacca del Malversati. Domanda: chi ce l’ha messo? E perché? Il problema vero, però, non è questo, bensì che fine abbiano fatto le altre. Dove potrebbero saltar fuori mettendo in ridicolo i Malversati, marito e moglie? Non essendo il caso di coinvolgere i carabinieri, per non mettere in giro voci incontrollabili, il Semola viene incaricato di risolvere l’enigma. Ma alla svelta e senza lasciare tracce, o le campane, questa volta, le suonerà il Malversati, con le sue mani, e saranno rintocchi poco allegri per la carriera del Semola.

Segnala o richiedi rimozione

Condividi questo libro

Recensioni e articoli

Aggiungi una recensione

Aggiungi un articolo

Non ci sono ancora recensioni o articoli

Altri libri di Andrea Vitali

Una finestra vistalago

Una finestra vistalago

«Secondo me, Vitali sorpassa con la sua levità Guareschi.» «Il suo è puro gioco narrativo con momenti di alto virtuosismo.» Antonio D'Orrico , «La lettura – Corriere della Sera» «Un grande narratore che, come Piero Chiara e Mario Soldati, sa raccontare la profondità della superficie.» Bruno Quaranta , «Tuttolibri» «La forza delle storie di Andrea Vitali nasce da una innata ...

Andrea Vitali
I rimedi del dottor Aiace Debouché

I rimedi del dottor Aiace Debouché

Il grande narratore dell’Italia più vera « Andrea Vitali è un gran maestro, un funambolo che si diverte a tenerci sul filo della narrazione. » Tuttolibri – La Stampa - Mirella Serri Chiuso nel retrobottega della farmacia che ha da poco acquistato a Bellano, il dottor Aiace Debouché sta facendo i suoi conti e le sue valutazioni. È una sera di febbraio del 1920, ovattata dalla ...

Andrea Vitali
Di impossibile non c'è niente

Di impossibile non c'è niente

LA FIABA DI UN AUTORE DA TRE MILIONI DI COPIE. Proprio davanti alla casa del bambino Gelso c’è un bosco meraviglioso, dove i pupazzi di neve resistono per giorni, nascono certe fragoline insapori ma bellissime e gli alberi vegliano sui cespugli. Ma adesso il bosco è in pericolo: vogliono abbatterlo per costruirci case, altre case e ancora case, come se non fossero abbastanza quelle che stanno ...

Andrea Vitali Salani Editore
Cosa è mai una firmetta

Cosa è mai una firmetta

« Vitali è stato paragonato a Guareschi e Camilleri, ma per i lettori i suoi romanzi sono una gita in famiglia. » Il Fatto Quotidiano - Silvia Truzzi Di stare a Bellano il venticinquenne Augusto Prinivelli, perito industriale, non ne può più. Sogna un’altra vita, sogna la città. Così ha cercato e trovato lavoro a Lecco presso la ...

Andrea Vitali
Sono mancato all'affetto dei miei cari

Sono mancato all'affetto dei miei cari

Orgoglioso proprietario di una ferramenta, un tipo solido, senza grilli per la testa, mai un giorno di vacanza: è l'eroe di questo romanzo. Sembra impossibile che gli sia toccata in sorte una simile progenie. Eppure... Lo spaccato ironico e preciso di una certa società italiana. Una commedia amara che, con garbo, prende in giro un modello maschile ormai sempre piú ...

Andrea Vitali
Viva più che mai

Viva più che mai

Dubbio è il soprannome che hanno dato a Ernesto Livera, e si addice bene alla sua indole un po’ tentennante. Di solito, infatti, l’Ernesto si lascia prendere dall’indecisione. Una certezza, però, l’ha molto chiara: dai carabinieri è meglio stare alla larga. Perché di «mestiere» fa il contrabbandiere. Avrebbe fatto altro nella vita, ma ...

Andrea Vitali Garzanti