QUEL DIABOLICO FERRARI versione integrale: Enzo Ferrari raccontato dai suoi collaboratori e amici (21 testimonianze)
Questo è un libro non solo su di lui ma anche e soprattutto su di noi italiani. Il Ferrari di cui si parla qui non è quello del mito né quello del pettegolezzo; è il Ferrari di tutti i giorni, raccontato dai suoi stessi collaboratori e amici, una ventina di persone che gli sono state accanto per tutta la vita, dal 1933 fino alla morte, e che a loro volta sono state, a vari livelli, protagoniste dell’automobilismo italiano e mondiale. Raccontano com’era Ferrari sul lavoro, nel rapporto con i dipendenti, con i rappresentanti sindacali, con gli altri industriali, con i sindaci di Modena e Maranello, con gli esponenti di partito che spesso gli offrivano cariche politiche; com’era ancora negli anni ’30, quando aveva la Scuderia e Nuvolari correva per lui (è descritto, dal direttore sportivo di allora che era presente, anche il mitico Gran Premio del Nürburgring del ’35!), com’era durante la guerra, le sue relazioni con i fascisti e con i partigiani; quando hanno bombardato la fabbrica di Maranello e quando l’ha ricostruita, con gli operai trasformati per sei mesi in muratori; la rivalità con la Maserati di Adolfo Orsi, altra gloria modenese e mondiale; i suoi tentativi di sottrargli i dipendenti migliori; la collaborazione di lavoro con le Cooperative; racconta – e questo è davvero straordinario – com’era davanti agli scioperi dei suoi operai negli anni ’50 e poi fino al ’68-’69, e questo per bocca del sindacalista che per oltre trent’anni trattò con lui; la nascita e la crescita del “mito”, gli errori e le debolezze, le astuzie e i trionfi; i suoi piloti, narrati dai suoi stessi meccanici; le sue rabbie e le sue tenerezze. Raccontano i difficili esordi a Torino e a Milano, l’amore per la moglie Laura e i guai successivi fino al licenziamento di tutti i dirigenti nel ’61 proprio per il suo comportamento; i suoi amici semplici e modesti; l’amore per la signora Lina, madre di Piero, che a sua volta parla del padre; il legame fortissimo con la madre, la signora Adalgisa; il dolore per la malattia e la morte di Dino, il primogenito; la quasi-vendita alla Ford e la vendita alla Fiat; la sua proposta di costruire un autodromo a Modena, la battaglia - durata ben sette anni - per averlo, il fallimento dell’iniziativa, la sua delusione e il ricorso a Imola e a Fiorano; le sue battute fulminanti; i suoi interventi sul sociale; il suo inchiostro viola ecc. Non raccontano dei suoi presunti amori, che appartengono solo a lui.
Quelli che parlano sono progettisti, tecnici, direttori sportivi, dirigenti, segretari personali, meccanici, carrozzai, telaisti, piloti, fotografi, il figlio, appassionati, perfino un sindacalista. I loro racconti, tutti in prima persona, emergono da una serie di lunghe interviste a ruota libera effettuate nell’estate 1998.
E' un libro in cui si parla di Ferrari, di uomini, di motori, di un’epoca e di un mondo; in cui si ride, si scherza, si discute, si contraddice, si spera, si lavora.
Un libro storico, in cui Ferrari viene considerato come protagonista sportivo e come “prodotto” di un ambiente, di una cultura, di una mentalità:
un libro-verità, con episodi e documenti inediti, che chiarisce situazioni rimaste finora oscure, piuttosto duro nei confronti delle realtà istituzionali ed economiche che spesso non hanno saputo o voluto comprendere e sostenere la fertile realtà dell’automobilismo italiano:
un libro-documento dove ognuno racconta Ferrari e anche se stesso, la storia dell’automobilismo mondiale e dell’Italia di quegli anni. Di come eravamo, di come non siamo più, di come saremmo potuti essere
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