Adelphi - Pagina 23

«Se mi vede Cecchi, sono fritto»: Corrispondenza e scritti 1962-1973 (Piccola biblioteca Adelphi)
Gadda e Parise cominciano a frequentarsi nel 1961, allorché Parise acquista una casa a Monte Mario, non lontano dall'appartamento di via Blumenstihl 19 dove Gadda è approdato dopo lunghe peregrinazioni e innumerevoli camere d'affitto. Gadda ha quasi settant'anni, è sopraffatto da una gloria tardiva, atterrito dai «fucili puntati» di Garzanti e Einaudi e dalle «onoranze» che gli vengono ...
Carlo Emilio Gadda — Adelphi
Da Moby Dick all'Orsa Bianca (Piccola biblioteca Adelphi)
Hemingway era «un pezzo di cielo, e una fitta di sole» scriveva Anna Maria Ortese nel luglio del 1961 commentando l’improvvisa scomparsa di colui che le sembrava appartenere ad anni «non ancora macchiati da carneficine o tumefatti in ghiacci spaventosi» e a una generazione di padri-leoni dalla «santità animale», estranei a una intelligenza «che oggi ha scarnificato l’uomo»: con le sue opere, ...
Anna Maria Ortese — Adelphi
La strada interrotta: Dalle Porte di Ferro al Monte Athos (Biblioteca Adelphi)
lla fine del 1933 il diciottenne Leigh Fermor lasciò l'Inghilterra con uno zaino, un vecchio cappotto militare, due libri di poesia, una sterlina alla settimana da ritirare al fermoposta e l'inflessibile proposito di raggiungere a piedi Costantinopoli. Grazie alla sua curiosità onnivora e alla precisione visuale della scrittura, quell'impresa, raccontata a distanza di oltre quarant'anni in "...
Patrick Leigh Fermor — Adelphi
Il defunto odiava i pettegolezzi (Fabula)
Mosca, 14 aprile 1930. Intorno alle undici del mattino i telefoni si mettono a suonare tutti insieme, come indemoniati, diffondendo «l'oceanica notizia» del suicidio di Vladimir Majakovskij: uno sparo al cuore, che immediatamente trasporta il poeta nella costellazione delle giovani leggende. Per alcuni quella fine appare come un segno: è morta l'utopia rivoluzionaria. Ma c'è anche il coro dei ...
Serena Vitale — Adelphi
Lontano (Piccola biblioteca Adelphi)
Il villaggio dei solenni Meo, nel Laos, pervaso dall’odore «di immensa stravaganza» dell’oppio, dove tutto sembra sospeso; il lampo d’oro, destinato a durare per l’eternità, che gli occhi e i capelli di Ignazio, l’amico adolescente, mandano un giorno su un campo da tennis; la tigre avvolta dalla nebbia e come «distesa su piume o aria» che appare d’improvviso, alla luce dei fari, su una strada ...
Goffredo Parise — Adelphi
Guerre politiche (Piccola biblioteca Adelphi)
Che cosa rende questi reportage in paesi sconvolti da guerre atroci – Vietnam, Biafra, Laos, Cile –, in anni, fra l’altro, ormai remoti, tanto vivi e intensi? Una qualità rarissima, soprattutto in quelle circostanze: l’«amoroso tocco» che spinge Parise a cercare il pericolo non tanto per trasmettere dati e informazioni o esercitare la «ragione analitica» ricostruendo effimeri scenari ...
Goffredo Parise — Adelphi
Con Borges (Piccola biblioteca Adelphi)
Nel 1964 Alberto Manguel, all’epoca sedicenne, lavorava in una celebre libreria di Buenos Aires, dov’era possibile trovare le ultime novità pubblicate in Europa e negli Stati Uniti – e dove ogni pomeriggio passava Borges, di ritorno dalla Biblioteca Nazionale. Un giorno lo scrittore, ormai cieco, chiese al giovane Manguel se fosse disposto a leggere per lui la sera, giacché sua madre Doña ...
Albert Manguel — Adelphi
La frontiera proibita (Gli Adelphi)
Se in una affamata repubblica balcanica un genio offuscato dal più selvaggio nazionalismo mette a punto un ordigno capace di sovvertire l’ordine mondiale non c’è da stare allegri. Tanto più che l’Ixania è una democrazia da burla, dominata in realtà dal principe Ladislaus e da sua sorella, la bellissima e letale contessa Schverzinski, dal volto simile a un dipinto di scuola umbra. Come se non ...
Eric Ambler — Adelphi
Parla, ricordo (Biblioteca Adelphi)
Con la «singolare nitidezza» di qualcosa che si vede dall’altro capo di un telescopio, minuscolo ma provvisto dello smalto allucinatorio di una decalcomania, Nabokov ha lasciato affiorare dalle pagine di questo libro la sua fanciullezza nella «Russia leggendaria» precedente alla rivoluzione, troppo perfetta e troppo felice per non essere condannata a un dileguamento istantaneo e totale, ...
Vladimir Nabokov — Adelphi
Intransigenze (Biblioteca Adelphi)
Nabokov aborriva le interviste. Eppure, soprattutto quando diventò una celebrità, dovette subirne alcune. Ma il lavoro di quei malcapitati giornalisti si trasformava in puro pretesto per una strepitosa reinvenzione con cui egli si proponeva innanzitutto di cancellare «ogni traccia di spontaneità, ogni parvenza di effettiva conversazione». Il risultato fu una sorta di concrezione madreporica, ...
Vladimir Nabokov — Adelphi