Augusto De Angelis

Robin agente segreto
Ho fatto il viaggio da Napoli ad Alessandria d'Egitto con un tipo relativamente curioso. Certo la relatività esiste e voi avrete potuto conoscere qualche tipo più curioso di questo da me incontrato sul piroscafo, che mi ha portato in Egitto. Perchè sono venuto in Egitto e proprio in agosto e proprio in questo mese e in questo anno, che segnano una data assai importante nella mia vita mortale? ...
Augusto De Angelis
L'impronta del gatto
La chiave girò nella serratura con un rumore di ferro grattato e il portone si aprì. La casa era vecchia e la serratura anche. L'uomo varcò la soglia e i suoi passi risonarono sotto l'androne. Dietro di lui, il portone batté.
Augusto De Angelis
Le sette picche doppiate
La nebbia era così fitta che le lampade ad arco della strada e quelle dei negozi riuscivano appena ad aprirvi aloni rossastri. Alle quattro e mezzo del pomeriggio era notte. I viandanti procedevano per quanto possibile contro i muri, e i tranvai e le auto andavano a passo d'uomo con fragor sordo di campane e di claksons. I due uomini si scontrarono sulla soglia illuminata dell'albergo. Erano ...
Augusto De Angelis
Sei donne e un libro
Le prime luci dell'alba illuminavano la piazzetta deserta. Sotto l'androne, che metteva in un cortile aperto, si vedeva il chiarore della lampada accesa davanti all'immagine della Madonna. Qualche minuto prima, tutte le luci delle strade si erano spente di colpo. L'aria era piena di brividi.
Augusto De Angelis
L'amante di Cesare
Fanciulletta, Cleopatra, s'appartava negli angoli del grande palazzo di suo padre, tra i pilastri di basalto, per parlare coi gatti sacri dei sacerdoti. Un'innocente mania.
Augusto De Angelis
Il mistero della Vergine
Erano due curiosi esemplari della razza umana. Il caffè d'angolo – sul quadrivio – lasciava i tavoli di ferro e le seggiole tutta la notte all'aria aperta, sul marciapiede larghissimo, a disposizione dei nottivaghi. Unica precauzione era quella che prendeva il cameriere alle due, quando le saracinesche si abbassavano, con l'aggrupparli contro il muro, tra una porta e l'altra.
Augusto De Angelis
Viaggi con Claudine
Ho raccolto in volume questi miei articoli. Raccoglierò gli altri. Per noialtri che vediamo la nostra prosa vivere lo spazio di un giorno e morire col tramonto, o nella migliore delle fortune trascinarsi ancòra per qualche giorno, penosamente, da un tavolo ad una seggiola, dal bancone di un negozio al carretto dello spazzaturaio, è pure di conforto poterla comporre in onorata sepoltura, dentro ...
Augusto De Angelis
Il canotto insanguinato
A De Vincenzi non era mai capitato nulla di simile. Da sette ore stava interrogando quell'uomo. Sette ore di un interrogatorio serrato e martoriante, come l'anello d'una garrotta. Ogni quarto d'ora lui dava una girata alla vite, l'anello si stringeva e l'uomo boccheggiava. Ma non sapeva dir altro che: «Perché l'avrei uccisa?».
Augusto De Angelis
L'isola dei brillanti
— Ecco! Ascoltate... Samuele Beck sudava di paura. Certo il pericolo doveva esser reale, forse insfuggibile. Guardò il suo compagno con ansia. Un bel giovane, senza dubbio; ma i suoi lineamenti mancavano di regolarità e di simmetria; rughe precoci rivelavano un'esistenza tempestosa, dominata dal vizio e dalla passione.
Augusto De Angelis
La barchetta di cristallo
Margaret traversò piazza della Scala troppo in fretta, e molti passanti cercarono dietro di lei, per vedere se fosse inseguita. Ma era bella e subito tornavano con lo sguardo al suo corpicino sottile e agile, stretto nella pelliccia corta. Investito dalla luce cruda delle lampade della Scala, il volto della ragazza apparve talmente bianco, che le labbra tinte erano una ferita, i capelli d'oro ...
Augusto De Angelis
Il do tragico
L'ascensore si fermò con un sussulto, dopo aver rallen-tato. Dentro la scatola di metallo e di legno lucenti si eb-be un attimo di attesa. Il fattorino, efebico nella sua uniforme verde bottiglia a bottoni d'argento, sorrideva. Il commendatore aveva trattenuto il respiro e adesso ansava. Sempre le fermate a singhiozzo di quella mac-china elettrica gli davano un colpo al cuore. Si ebbe un altro ...
Augusto De Angelis
Il banchiere assassinato
Piazza San Fedele era un lago bituminoso di nebbia, dentro cui le lampade ad arco aprivano aloni rossastri. L'ultima auto s'allontanava lentissimamente dal marciapiede del teatro Manzoni, facendo risuonare sordamente il claxon. Il teatro chiudeva le sue grandi porte nere.
Augusto De Angelis
L'albergo delle tre rose
Pioveva a fili lunghi, che al riverbero dei fanali parevan d'argento. La nebbia diffusa, fumosa, penetrava coi suoi aghi nel volto. Sui marciapiedi scorreva ondeggiando la infinita teoria degli ombrelli. Automobili in mezzo alla via, qualche carrozza, i tranvai colmi. Alle sei del pomeriggio il buio era fitto, in quei primi giorni del dicembre milanese.
Augusto De Angelis
Il candeliere a sette fiamme
Lo spettacolo di quel morto, steso sul piancito di mattoni porosi e sgretolati, in quella stanza buia, che la lampadina accesa al soffitto illuminava d’una luce smorta e polverosa, non era davvero bello. De Vin-cenzi, spalancata la porta e girato l’interruttore, diede addietro di un passo.
Augusto De Angelis
Intelligence Service. La fucina dello spionaggio inglese
Pubblicare in questo momento un'opera di pura documentazione sui fasti e nefasti dell'«Intelligence Service» inglese mi sembra doveroso. Ognuno – mentre dura l'assedio economico e mentre l'ipocrisia societaria di Ginevra combatte in Africa contro di noi e non nel senso metaforico del verbo – deve dare alla Patria quel che ha.
Augusto De Angelis
Il mistero delle tre orchidee
Chi avrebbe potuto immaginare che nel “museo degli orrori” della Casa di Mode O’Brian giacesse un cadavere? Un cadavere fra i manichini di legno e crine. Come quelli, immoto. E con sul volto un ghigno terrificante: l’unico fra tutti, quel cadavere, ad avere lí dentro una testa e un volto...
Augusto De Angelis
Giobbe Tuama & C.
Non si curava affatto però degli uomini e delle donne sulle panchine, come se per lui non contassero che le anime innocenti – cigni, pellicano, scimmie, foca, bimbi – e anco gli alberi e l'erba dei prati, l'acqua e il giuoco del sole tra le fronde.
Augusto De Angelis
De Vincenzi e il mistero di Cinecittà
Dodici persone si trovavano riunite nella serra d'inverno dell'albergo. Dodici persone visibili, di sangue carne muscoli e ossa, che vestivano panni, pensavano, agivano: e una tredicesima invisibile, tanto più presente nella sua essenza incorporea. Sicché ognuna delle altre poteva averla accanto e addosso, muta, inavvertita e implacabile.
Augusto De Angelis
L’Albergo delle tre rose
In un albergo di Milano, frequentato da strani personaggi dediti al gioco d’azzardo, viene ucciso un giovane inglese. Il commissario De Vincenzi si trova così alle prese con un caso che ruota attorno ad un testamento...
Augusto De Angelis
Lo scoppio d'una Berta
Dall’incipit del libro: Tutta la notte il mio vicino di camera si è agitato. L’ho sentito persino parlare solo. È molto noioso avere un vicino di camera che non trova pace. È dunque il destino di tutti coloro che vengono in Alsazia di non trovar pace come non è ancòra riuscita a trovarla questa regione di confine, bagnata da un largo fiume, che separa e unisce due razze, due colture, due ...
Augusto De Angelis
Il banchiere assassinato (Le undici meno una...) (Fogli volanti)
Edizione integrale a cura di Loris Rambelli. «Nel romanzo poliziesco tutto si agita. Il suo dominio è l’azione pura. È infatti tutto azione tesa, vibrante, frenetica, quanto più calcolata. La frenesia contenuta è meravigliosa come la passeggiata di un folle sul filo di ferro lanciato attraverso lo spazio, sopra un abisso. Nulla è più vivo della morte, oggi, in questa nostra epoca in cui non mai...
Augusto De Angelis
L'albergo delle tre rose
Pioveva a fili lunghi, che al riverbero dei fanali parevan d’argento. La nebbia diffusa, fumosa, penetrava coi suoi aghi nel volto. Sui marciapiedi scorreva ondeggiando la infinita teoria degli ombrelli. Automobili in mezzo alla via, qualche carrozza, i tranvai colmi. Alle sei del pomeriggio il buio era fitto, in quei primi giorni del dicembre milanese. Tre donne procedevano in fretta, a ...
Augusto De Angelis
Sei donne e un libro
Era rimasto a contemplare l’involto, che giaceva sui gradini della chiesa. Le prime luci dell’alba illuminavano la piazzetta deserta. Sotto l’androne, che metteva in un cortile aperto, si vedeva il chiarore della lampada accesa davanti all’immagine della Madonna. Qualche minuto prima, tutte le luci delle strade si erano spente di colpo. L’aria era piena di brividi. Un nuovo giorno nasceva così...
Augusto De Angelis
Il canotto insanguinato
A De Vincenzi non era mai capitato nulla di simile. Da sette ore stava interrogando quell’uomo. Sette ore di un interrogatorio serrato e martoriante, come l’anello d’una garrotta. Ogni quarto d’ora lui dava una girata alla vite, l’anello si stringeva e l’uomo boccheggiava. Ma non sapeva dir altro che: «Perché l’avrei uccisa?». E sopportava la tortura con una forza di resistenza, che appariva, ...
Augusto De Angelis
De Vincenzi e il mistero di Cinecittà
Dodici persone si trovavano riunite nella serra d’inverno dell’albergo. Dodici persone visibili, di sangue carne muscoli e ossa, che vestivano panni, pensavano, agivano: e una tredicesima invisibile, tanto più presente nella sua essenza incorporea. Sicché ognuna delle altre poteva averla accanto e addosso, muta, inavvertita e implacabile. Dodici persone, provenienti da lontane parti del mondo...
Augusto De Angelis