Grandezza e decadenza di Roma 4 La repubblica di Augusto
- Autore
- Guglielmo Ferrero
- Editore
- Bauer Books
- Pubblicazione
- 19/11/2018
- Categorie
La guerra d’Azio, la rovina di Antonio, l’immaginario pericolo di Cleopatra, la conquista dell’Egitto, la restaurazione della repubblica; gli strani, quasi incredibili eventi degli ultimi anni avevano risospinti precipitosamente indietro gli spiriti verso le lontane sorgenti della storia nazionale e i piccoli principî del grande impero. Arcaicizzavano tutti ormai, considerando ogni cosa antica, solo perchè antica, come migliore delle cose presenti: e in politica rammaricavano la grande aristocrazia che aveva governato l’impero sino alla guerra di Perseo: e non solo il costume privato, la famiglia, l’esercito, le istituzioni, la tempra degli uomini parevano essersi via via disfatte, corrotte, impicciolite di secolo in secolo; ma perfino gli scrittori classici, Livio Andronico, Pacuvio, Ennio, Plauto e Terenzio erano anteposti agli scrittori, invece tanto più ricchi e più vivi, della generazione di Cesare: e non per accidente ma per deliberato proposito il Senato aveva pochi mesi innanzi voluto riparare i templi di Roma, prima che le vie dell’Italia, pur esse orribilmente guaste dallo scempio che ne avevano fatte le legioni e dall’incuria dei precedenti decenni.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli
Altri libri di Guglielmo Ferrero
Grandezza e decadenza di Roma: Volume 4 - La repubblica di Augusto di Guglielmo Ferrero
«Cesare non fu un grande uomo di stato, ma il più gran demagogo della storia. Egli personificò tutte le forze rivoluzionarie, splendide e orrende, dell'era mercantile in lotta con le tradizioni della vecchia società agricola [...] Allorché egli s'illuse di poter sovrapporre la volontà sua e il suo pensiero a tutte le correnti intellettuali e sociali del tempo, dominandole, egli scontentò tutti ...
Grandezza e decadenza di Roma: Volume 3 - Da Cesare ad Augusto di Guglielmo Ferrero
«Cesare non fu un grande uomo di stato, ma il più gran demagogo della storia. Egli personificò tutte le forze rivoluzionarie, splendide e orrende, dell'era mercantile in lotta con le tradizioni della vecchia società agricola [...] Allorché egli s'illuse di poter sovrapporre la volontà sua e il suo pensiero a tutte le correnti intellettuali e sociali del tempo, dominandole, egli scontentò tutti ...
Grandezza e decadenza di Roma: Volume 2 - Giulio Cesare di Guglielmo Ferrero
«Cesare non fu un grande uomo di stato, ma il più gran demagogo della storia. Egli personificò tutte le forze rivoluzionarie, splendide e orrende, dell'era mercantile in lotta con le tradizioni della vecchia società agricola [...] Allorché egli s'illuse di poter sovrapporre la volontà sua e il suo pensiero a tutte le correnti intellettuali e sociali del tempo, dominandole, egli scontentò tutti ...
Grandezza e decadenza di Roma: Volume 1 - La conquista dell'Impero di Guglielmo Ferrero
«Cesare non fu un grande uomo di stato, ma il più gran demagogo della storia. Egli personificò tutte le forze rivoluzionarie, splendide e orrende, dell'era mercantile in lotta con le tradizioni della vecchia società agricola [...] Allorché egli s'illuse di poter sovrapporre la volontà sua e il suo pensiero a tutte le correnti intellettuali e sociali del tempo, dominandole, egli scontentò tutti ...
Grandezza e decadenza di Roma: Volume 5 - Augusto e il Grande Impero di Guglielmo Ferrero
«Cesare non fu un grande uomo di stato, ma il più gran demagogo della storia. Egli personificò tutte le forze rivoluzionarie, splendide e orrende, dell'era mercantile in lotta con le tradizioni della vecchia società agricola [...] Allorché egli s'illuse di poter sovrapporre la volontà sua e il suo pensiero a tutte le correnti intellettuali e sociali del tempo, dominandole, egli scontentò tutti ...
Grandezza e decadenza di Roma: L'opera completa: volumi I-V di Guglielmo Ferrero
I cinque volumi dell’opera furono pubblicati dal 1901 al 1907, e sono incentrati sulla crisi della Repubblica romana che portò al potere Giulio Cesare e poi l’imperatore Augusto. La fluidità della narrazione assicurò all’opera un clamoroso successo di pubblico, anche all’estero, dove fu presto tradotta e ammirata, ma fu stroncata dagli accademici italiani. Lontano sia dagli impianti storici che...