Racconti neri

Quella intrapresa da Maupassant fu una corsa disperata contro la follia, la sifilide, la morte: entrato nella letteratura come una meteora, un giovedì sera nella casa di Zola di rue Saint-Georges, dove lesse uno dei suoi primi racconti, "Boule de suif", ne sarebbe uscito come un fulmine, stenebrando brutalmente i contorni di una riposta ossessione: a fissare una parete a Passy, nella clinica del dottor Blanche, tra un attacco epilettico e l’altro, maledicendo se stesso, Dio, il maggiordomo Tassart, e tutti i diavoli. Una trentina di racconti, fra i più belli e i più inquietanti di Maupassant. Al centro il denominatore comune dell’esibizione dell’amoralità umana, l’invisibile, l’irrazionale… E come diceva Henry James: “Maupassant ha scritto un centinaio di novelle e solo quattro romanzi veri e propri […]. Il fatto che siano brevi, brevissime in certi casi, non impedisce che formino una collezione di capolavori”. Nei "Racconti neri", con una scrittura cesellata e raffinata fino al limite, ecco la rappresentazione della pazzia, del suicidio, del crollo nervoso imminente e dell’assassinio. Una raccolta imperdibile in una traduzione eccelsa.

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