I racconti di Sebastopoli
Iniziò con vivida lucidità a registrare sul suo diario quello che accadeva durante le diverse fasi d’assedio, e l’effetto che esso sortiva sugli uomini comuni e sui compagni d’armi. Il suo massimo obiettivo era catturare la verità in tutta la sua crudezza, per mostrare al pubblico colto del suo paese il coraggio e la viltà, la vanità e l’eroismo, l’esaurimento sia fisico che emotivo dei difensori che i dispacci militari non erano in grado di comunicare.
Ne "I racconti di Sebastopoli", pubblicati separatamente fra il 1855 e il 1856, nei quali già s’intravede il genio che in seguito scriverà quello che forse è il più grande romanzo mai scritto, Guerra e pace, Tolstòj riuscì ad esprimere in modo magistrale il fascino dell’uomo verso la guerra, la gioia quasi infantile di fronte alla prospettiva di assistere al conflitto, ma anche l’intorpidimento emotivo nell’affrontare la morte, infine il dissidio dell’uomo di fede nell’accettare, senza poter giustificare, l’inferno che gli uomini sono capaci di ricreare in terra.
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