Cosima

Pur sotto forma romanzesca, "Cosima" è l'autobiografia di Grazia Deledda pubblicata postuma nel 1937. In "Cosima" si apprende che gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza della Deledda furono segnati da una ininterrotta catena di sciagure. Un fratello, Santus, precipita nell'alcolismo sino al delirium tremens, l'altro fratello, Andrea, viene arrestato, anche se per piccoli furti, provocando la morte di crepacuore del padre, e la conseguente perdita dell'agiatezza. La sorella Giovanna muore di angina in tenera età, e un'altra sorella, Enza, muore a ventun'anni in un tentativo di aborto, attanagliata dal senso di colpa per aver sposato un uomo di condizione inferiore fra l'esecrazione dei parenti. Una terza sorella, Beppa, verrà invece atrocemente beffata dopo la promessa di fidanzamento fattale da un pretendente "continentale". Si trova nel romanzo inoltre qualche fugace accenno ai difficili esordi sessuali di Cosima/Grazia, i quali danno la misura del clima di feroce arretratezza che incatenava l'esistenza della scrittrice. Queste difficoltà ambientali, unite al clima di soffocante pregiudizio verso la sua nascente vocazione letteraria, dovettero maturare nella Deledda quei fermi propositi di fuga dall'ambiente nuorese e sardo, che in seguito si realizzeranno soltanto grazie all'unica soluzione possibile per una donna del suo tempo (a meno di possedere un'idea di ribellione sociale, peraltro mai presa in considerazione dalla scrittrice sarda), vale a dire: il matrimonio. La meta della fuga, il luogo del sogno è Roma. Proprio a una rivista romana la Deledda inviò la sua prima novella, cui seguirono generosi incoraggiamenti e l'invito a inviarne altre. Ma non saranno ancora questi primi, fuggevoli successi a consentirle il sognato abbandono dell'isola: bisognerà aspettare ancora. Sino a quando a Cagliari, in un'aura un po' inverosimile come in quelle fiabe tanto amate dalla scrittrice nell'infanzia, Cosima/Grazia incontra "l'uomo della salvezza": l'impiegato romano Palmiro Madesani, che la Deledda sposerà nel giro di pochi mesi, trasferendosi con lui finalmente a Roma.  

Tratto da "Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 36" (1988) di Angelo Pellegrino

L'autrice

Grazia Cosima Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata una scrittrice italiana, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926.

Segnala o richiedi rimozione

Condividi questo libro

Recensioni e articoli

Aggiungi una recensione

Aggiungi un articolo

Non ci sono ancora recensioni o articoli

Altri libri di Grazia Deledda

Grazia Deledda: Opere complete di prosa e poesia

Grazia Deledda: Opere complete di prosa e poesia

Grazia Deledda
Canne al vento. Con espansione online (annotato) (I Grandi Classici Multimediali Vol. 19)

Canne al vento. Con espansione online (annotato) (I Grandi Classici Multimediali Vol. 19)

Il romanzo, ambientato nei luoghi selvaggi della Sardegna del primo Novecento, presenta personaggi che vivono forti passioni, senso di colpa, riscatto e perdono: tematiche universali che rimandano a una visione della vita in cui la tragicità del destino sovrasta tutti gli uomini facendoli oscillare, appunto, come «canne al vento». Il volume è arricchito da un’introduzione in cui, accanto alla ...

Grazia Deledda Edimedia
Colombi e sparvieri

Colombi e sparvieri

Colombi e sparvieri è un romanzo di Grazia Deledda, scrittrice italiana e premio Nobel per la letteratura, pubblicato nel 1912 dall'editore Treves di Milano. Lo spunto del racconto la Deledda lo prese da un episodio veramente accaduto di cui venne direttamente a conoscenza nel 1908. Quell'estate la scrittrice aveva soggiornato ad Orune per restarvi qualche giorno e così ambientò in quel luogo ...

Grazia Deledda
Canne al vento

Canne al vento

Canne al vento è un romanzo di Grazia Deledda. Uscito a puntate su L'Illustrazione Italiana, dal 12 gennaio al 27 aprile 1913, dopo qualche mese fu pubblicato in volume, presso l'editore Treves di Milano. Il titolo dell'opera più famosa della scrittrice sarda (Premio Nobel per la letteratura, 1926) allude al tema profondo della fragilità umana e del dolore dell'esistenza; in questa direzione ...

Grazia Deledda
Cenere

Cenere

Cadeva la notte di San Giovanni. Olì1 uscì dalla cantoniera biancheggiante sull'orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s’avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po’ obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliege. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento ...

Grazia Deledda
Annalena Bilsini

Annalena Bilsini

Per San Michele la famiglia Bilsini cambiò di casa ed anche di terra. Era una famiglia numerosa: cinque figli maschi, la madre vedova, e uno zio di lei, che, sebbene mezzo paralitico e senza un soldo di suo, poteva dirsene il capo. Appunto per i consigli dello zio Dionisio, i Bilsini avevano venduto la loro piccola proprietà per prendere in affitto un vasto fondo, già antico feudo gentilizio ...

Grazia Deledda