Annalena Bilsini

Per San Michele la famiglia Bilsini cambiò di casa ed anche di terra.

Era una famiglia numerosa: cinque figli maschi, la madre vedova, e uno zio di lei, che, sebbene mezzo paralitico e senza un soldo di suo, poteva dirsene il capo.

Appunto per i consigli dello zio Dionisio, i Bilsini avevano venduto la loro piccola proprietà per prendere in affitto un vasto fondo, già antico feudo gentilizio che, di decadenza in decadenza, acquistato in ultimo a vile prezzo da un fabbricante di scope, veniva da questi concesso a modestissime condizioni annuali: cento dieci lire la biolca,1 due capponi, quaranta uova d’inverno e un cestino d’uva da tavola d’estate.

Da anni questa terra giaceva in abbandono, eppure i Bilsini vi andavano come verso la Terra Promessa, o meglio come verso una miniera da sfruttare: poichè sapevano che solo laggiù la loro attività e la forza prorompente dalla loro giovinezza potevano esplicarsi e convertirsi in oro...

Segnala o richiedi rimozione

Condividi questo libro

Recensioni e articoli

Aggiungi una recensione

Aggiungi un articolo

Non ci sono ancora recensioni o articoli

Altri libri di Grazia Deledda

Colombi e sparvieri

Colombi e sparvieri

Colombi e sparvieri è un romanzo di Grazia Deledda, scrittrice italiana e premio Nobel per la letteratura, pubblicato nel 1912 dall'editore Treves di Milano. Lo spunto del racconto la Deledda lo prese da un episodio veramente accaduto di cui venne direttamente a conoscenza nel 1908. Quell'estate la scrittrice aveva soggiornato ad Orune per restarvi qualche giorno e così ambientò in quel luogo ...

Grazia Deledda
Canne al vento

Canne al vento

Canne al vento è un romanzo di Grazia Deledda. Uscito a puntate su L'Illustrazione Italiana, dal 12 gennaio al 27 aprile 1913, dopo qualche mese fu pubblicato in volume, presso l'editore Treves di Milano. Il titolo dell'opera più famosa della scrittrice sarda (Premio Nobel per la letteratura, 1926) allude al tema profondo della fragilità umana e del dolore dell'esistenza; in questa direzione ...

Grazia Deledda
Cenere

Cenere

Cadeva la notte di San Giovanni. Olì1 uscì dalla cantoniera biancheggiante sull'orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s’avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po’ obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliege. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento ...

Grazia Deledda
L'incendio nell'oliveto

L'incendio nell'oliveto

Dalla scranna antica che il lungo uso aveva sfondato e sbiadito, era ancora lei, la nonna Agostina Marini, quasi ottantenne e impotente a muoversi, che dominava sulla casa e sulla famiglia come una vecchia regina dal trono. Non le mancava neppure lo scettro: una canna pulita che il nipotino più piccolo aveva cura di rinnovare ogni tanto; buona per dare sulle gambe ai ragazzi impertinenti e per ...

Grazia Deledda
L'argine

L'argine

Stare in casa, lavorare, riposarsi, riprendere il ricamo cominciato, leggere giornali e qualche libro, fare intorno a sé il poco bene che poteva, questa era la linea quotidiana dell’esistenza e della pallida felicità della signora Noemi Davila. Anche quella mattina, anzi più che mai quella mattina, ella si svegliò con la visione di tale strada diritta e chiara davanti a sé. Aveva dormito bene ...

Grazia Deledda
Nel deserto

Nel deserto

Un palmizio le cui foglie sembravano lame di spade arrugginite dal vento marino, sorgeva tra l'ultima casetta del villaggio e la landa che finiva col mare. Il villaggio pareva disabitato, e ad accrescere quest'impressione non mancavano qua e là alcune rovine coperte di musco giallastro e popolato di lucertole. Anche i muri della casetta del palmizio e quelli del cortile che la fiancheggiava, si...

Grazia Deledda