Caporetto: L'Italia salvata dai ragazzi senza nome
La battaglia di Caporetto è stata la più grave sconfitta della storia italiana, che solo il sacrificio di migliaia e migliaia di ragazzi, spesso rimasti senza nome, non ha trasformato in una disfatta definitiva. Fu l’epicentro di trenta mesi di guerra condotta con scarso criterio ed enorme disprezzo della vita umana. Tra gli intrighi della politica e della massoneria, un governo ostaggio del comandante in capo Cadorna, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato, e gli errori strategici di Badoglio, milioni di contadini, operai e artigiani, poco addestrati e male armati, vennero mandati al massacro contro le micidiali mitragliatrici austriache. Così il 24 ottobre 1917 l’Italia fu a un passo dalla resa e tuttavia, nel momento più difficile, scattò in tantissimi il desiderio di non darla vinta al nemico storico.
Alfio Caruso racconta i giorni dell’angoscia per salvare i cannoni, bloccare i commandos del giovanissimo Rommel, la battaglia casa per casa di Udine, l’estrema resistenza sul Piave, la controversa sostituzione di Cadorna con Diaz, il salvataggio di Badoglio grazie agli incantesimi della massoneria. Fino a quando il costante logorio delle armate austro-tedesche consentì all’Italia di respingere, nell’estate del 1918, l’estrema offensiva e di avviare il contrattacco risolutore.
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