Uno, nessuno e centomila: Romanzo

Uno, nessuno e centomila è uno dei romanzi più famosi di Luigi Pirandello.

Iniziato già nel 1909 e concluso nel 1915, uscì solo nel 1925, prima sotto forma di romanzo a puntate edito in una rivista, la Fiera letteraria, e poi di volume. Questo romanzo, l'ultimo di Pirandello, riesce a sintetizzare il pensiero dell'autore nel modo più completo. L'autore stesso, in una lettera autobiografica, lo definisce come il romanzo "più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita".

Il protagonista Vitangelo Moscarda, infatti, può essere considerato come uno dei personaggi più complessi del mondo pirandelliano, e sicuramente quello con maggior autoconsapevolezza. Dal punto di vista formale, stilistico, si può notare la forte inclinazione al monologo del soggetto, che molto spesso si rivolge al lettore ponendogli interrogativi e problemi in modo da coinvolgerlo direttamente nella vicenda, il cui significato è senza dubbio di portata universale...

Trama : A dispetto della sua lunga gestazione, l'opera non è né frammentaria né disorganizzata; al contrario, può essere considerata come l'apice della carriera dell'autore e della sua tensione narrativa.

Il protagonista di questa vicenda, Vitangelo Moscarda, è una persona ordinaria, che ha ereditato da giovane la banca del padre e vive di rendita. Un giorno, tuttavia, in seguito all'osservazione da parte della moglie la quale gli dice che il suo naso è leggermente storto, inizia ad avere una crisi di identità, a rendersi conto che le persone intorno a lui hanno un'immagine della sua persona completamente diversa. Da quel momento l'obiettivo di Vitangelo sarà quello di scoprire chi è veramente lui.

Decide quindi di cambiare vita (rinunciando ad essere un usuraio) anche a costo della propria rovina economica e contro il volere della moglie che nel frattempo è andata via di casa. In questo suo gesto c'è il desiderio di un'opera di carità, ma anche quello di non essere considerato più dalla moglie come una marionetta. Anche Anna Rosa, un'amica di sua moglie che lui conosce poco, gli racconta di aver fatto di tutto per far intendere a sua moglie che Vitangelo non era lo sciocco che lei immaginava e che non c'era in lui il male.

Il protagonista arriverà alla follia in un ospizio, dove però si sentirà libero da ogni regola, in quanto le sue sensazioni lo porteranno a vedere il mondo da un'altra prospettiva. Vitangelo Moscarda conclude che, per uscire dalla prigione in cui la vita rinchiude, non basta cambiare nome: proprio perché la vita è una continua evoluzione, il nome rappresenta la morte. Dunque, l'unico modo per vivere in ogni istante è vivere attimo per attimo la vita, rinascendo continuamente in modo diverso...

Estratto : Dopo un attento esame dovetti riconoscere veri tutti
questi difetti. E solo allora, scambiando certo per dolore
e avvilimento, la maraviglia che ne provai subito dopo
la stizza, mia moglie per consolarmi m’esortò a non affliggermene
poi tanto, ché anche con essi, tutto sommato,
rimanevo un bell’uomo.
Sfido a non irritarsi, ricevendo come generosa concessione
ciò che come diritto ci è stato prima negato.
Schizzai un velenosissimo «grazie» e, sicuro di non aver
motivo né d’addolorarmi né d’avvilirmi, non diedi alcuna
importanza a quei lievi difetti, ma una grandissima e
straordinaria al fatto che tant’anni ero vissuto senza mai
cambiar di naso, sempre con quello, e con quelle sopracciglia
e quelle orecchie, quelle mani e quelle gambe...

Biografia : Luigi Pirandello (Girgenti, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936) è stato un drammaturgo, scrittore e poeta italiano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934. Per la sua produzione, le tematiche affrontate e l'innovazione del racconto teatrale è considerato tra i maggiori drammaturghi del XX secolo. Tra i suoi lavori spiccano diverse novelle e racconti brevi (in dialetto e in lingua) e circa quaranta drammi, l'ultimo dei quali incompleto...

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