GRANDI RAIDS AUTOMOBILISTICI DELLA STORIA: QUANDO L'AVVENTURA SI FA LEGGENDA: LA PECHINO-PARIGI E LE "CROCIERE" CITROEN, TRA AFRICA, ASIA E AMERICA DEL NORD
- Autore
- Franco Pelliccioni
- Editore
- Franco Pelliccioni
- Pubblicazione
- 23/09/2016
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La seconda si occupa dei quattro raids automobilistici ideati dal fondatore della casa automobilistica francese Citroën nell’arco di una dozzina d’anni (1922-1934), effettuati tra Africa, Asia, Nord America. Raids ufficialmente chiamati con i nomi delle località o delle regioni raggiunte. In un secondo tempo quelle straordinarie imprese, ben presto entrate di diritto nella leggenda, saranno denominate Crociere. Dopo aver osservato come si muovevano i semicingolati (autochenilles) Citroën impiegati. Autoveicoli che ondeggiavano, attraverso le sabbie di uno dei più terribili deserti sahariani, con movenze assai simili a quelle di un incrociatore in navigazione nelle burrascose acque del mare o di un oceano…
Quattro saranno le crociere Citroën: delle Sabbie (transahariana), Nera (transafricana), Gialla (transasiatica), Bianca… Qui è d’uopo fermarsi. Perché è l’unica a non essere entrata nella leggenda.
Ma torniamo all’inizio, alla Pechino-Parigi. Un exploit, quello dell’Itala della coppia Borghese (nobile e avventuroso giramondo) e Barzini (“Maestro” del giornalismo), che in 44 giorni di viaggio effettivi arriverà prima a Parigi. Partendo dalla concessione francese di Tien Tsin, nei pressi di Pechino. Superando montagne, deserti, steppe, foreste e impedimenti di ogni natura. Riuscendo a battere i concorrenti (quei pochi rimasti…), nonostante Borghese abbia voluto effettuare da Mosca una deviazione di ben mille chilometri, per assistere ad un gran ballo a San Pietroburgo.
La prima delle Crociere Citroën è quella delle Sabbie del 1922-23. Macchine semicingolate, al comando dei due leaders Haardt e Audouin-Dubreuil, dal nord algerino si avventurano per la prima volta nel Sahara, che superano. Giungendo fino nella mitica Timbuctù. Attraversando dapprima il “paese della paura”, l’Hoggar, patria dei famosi Tuareg, i nomadi blu del deserto. Poi inoltrandosi nel “paese della sete”, alias il “deserto dei deserti”: il famigerato Tanezrouft. Dove nei secoli carovane intere sono scomparse nel nulla, senza aver potuto raggiungere la “sponda” opposta. Infine oltrepassando il grande fiume Niger. In tal modo hanno per la prima volta collegato il Mediterraneo all’Africa Occidentale francese, cioè il Tell al Sahel. Un raid ben presto diventato leggendario, ma che quasi subito dovrà fare un passo indietro. Per lasciare il posto ad una nuova avventura e ad ancora una nuova probabile leggenda: quella della Crociera Nera (1924-25), sempre realizzata da un convoglio di macchine semicingolate Citroën e diretta dalla coppia Haardt e Audouin-Dubreuil. Questa volta l’obiettivo non si “riduce” al solo, sia pure immenso quanto vogliamo, deserto sahariano. Perché si vuole addirittura attraversare l’intera l’Africa, da ovest ad est, da nord a sud. Per infine portarsi fin nella remota isola del Madagascar. Particolare attenzione verrà prestata alla composizione della squadra, i cui membri si dovranno impegnare in una difficile missione esplorativa, etno-antropologica, artistica e di documentazione foto-cinematografica. Inoltre sembra pure lapalissiano che, avendo una portata continentale, la spedizione andrà incontro ad un caleidoscopio di avventure ed accadimenti, che il lettore passo passo potrà conoscere. Ça va sans dire: ecco la nuova “leggenda che cammina” e che andrà a prendere più che degnamente il posto di quella precedente. Non per niente, mentre l’autochenille chiamata Scarabeo d’oro (“ammiraglia” della precedente spediz
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