La botte di Floreana

Una donna è costretta da un’epidemia di tifo a rimanere a bordo del brigantino Roxane, fermo per quarantena in mezzo al Pacifico. Inganna la noia dei lunghi giorni in mare scrivendo le proprie memorie: ha intenzione di lasciarle sotto forma di plico nella botte di Floreana – isola delle Galapagos – dove un postale raccoglie le lettere imbucate dai marinai in transito. Nel Journal rievoca così la sua vita movimentata, dall’infanzia fino a quell’ultimo incerto viaggio per mare.
Sul finire del Diciottesimo secolo, infatti, Viola D’Ondariva – questa l’identità della misteriosa signora – fra Grand Tour in Italia e in Europa, fra nuove idee, fermenti culturali, rivoluzioni, guerre e amori complicati, attraversa il Secolo dei Lumi, osservando la contemporaneità ai suoi albori.
La protagonista della storia è in realtà uscita da un altro romanzo: si tratta della stessa irrequieta marchesina, grande amore di Cosimo Piovasco di Rondò, incontrata ne Il barone rampante di Italo Calvino, che qui racconta la propria versione dei fatti.
Un po’ romanzo d’avventure, un po’ racconto di formazione, si compone così, attraverso la voce di un’inedita Viola, un vivace e divertente pout pourri che ci riporta il profumo di un’epoca.

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