I giuochi della vita

Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura 1926, racconta un mondo arcaico, di istinti elementari, di personaggi scolpiti, indimenticabili, spinti da passioni incontrollabili.
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La regina delle tenebre

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A venticinque anni, bella, ricca, fidanzata, senza aver mai provato un dolore veramente grande, un giorno Maria Magda si sentì improvvisamente il cuore nero e vuoto. Fu come il principio d’un malore fisico, che andò di giorno in giorno aumentando, allargandosi, spandendosi. Ella era felice in casa sua, e un’altra felicità l’aspettava. Ma per raggiungere la nuova felicità, doveva ...

Grazia Deledda
Canne al vento

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“Un dolore cocente lo punse, ma col dolore un intenso desiderio di fare qualche cosa contro il destino.” Intorno a Canne al vento sopravvive un equivoco che è tempo di sciogliere. In genere, infatti, il titolo porta a insistere sul fatalismo che sarebbe proprio dell’arcaico universo sardo dipinto nel romanzo, umilmente rassegnato ad accettare ciò che ...

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Canne al vento

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 Il titolo dell'opera più famosa della scrittrice sarda (Premio Nobel per la letteratura, 1926) allude al tema profondo della fragilità umana e del dolore dell'esistenza; in questa direzione mobilita le riflessioni e le fantasie di un eroe protagonista, come un primitivo, un semplice, assai simile al  pastore errante dell'Asia  leopardiano o a uno degli  umili  manzoniani. Il rapporto di ...

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Il Dio dei viventi

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Basilio Barcai non si è mai sposato, ma dalla sua amante Lia ha avuto un figlio – Salvatore - a cui lascia i suoi beni. Dopo la sua morte, il fratello Zebedeo gli sottrae dalla tasca il testamento e i beni passano al proprio figlio, Bellìa. Ma il gesto non è immune da disgrazie. I sensi di colpa di Zebedeo montano, mentre gestisce quelle ricchezze composte di terre e bestiame, soprattutto ...

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Deledda. Racconti sardi (LeggereGiovane)

I suoi numerosissimi scritti, ispirati alla vita agro-pastorale della Barbagia le diedero larga fama in Italia e all’estero. Fu in corrispondenza con i maggiori scrittori dell’epoca. Ottenne nel 1926 il premio Nobel per la letteratura. I suoi romanzi, tradotti in moltissime lingue, l’hanno fatta considerare la maggiore espressione della letteratura sarda del 1900.

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