Scritti politici (completo e inedito 3 volumi)
È davvero meravigliosa la lotta che l’umanità combatte da tempo immemorabile; lotta incessante, con cui essa tenta di strappare e lacerare tutti i vincoli che la libidine di dominio di un solo, di una classe, o anche di un intero popolo, tentano di imporle. È questa una epopea che ha avuto innumerevoli eroi ed è stata scritta dagli storici di tutto il mondo. L’uomo, che ad un certo tempo si sente forte, con la coscienza della propria responsabilità e del proprio valore, non vuole che alcun altro gli imponga la sua volontà e pretenda di controllare le sue azioni e il suo pensiero. Perché pare che sia un crudele destino per gli umani, questo istinto che li domina di volersi divorare l’un l’altro, invece di convergere le forze unite per lottare contro la natura e renderla sempre piú utile ai bisogni degli uomini. Invece, un popolo quando si sente forte e agguerrito, subito pensa a aggredire i suoi vicini, per cacciarli ed opprimerli. Perché è chiaro che ogni vincitore vuol distruggere il vinto.
Dall’incipit del secondo volume:
Lo sciopero generale del 20-21 sarà eminentemente rivoluzionario. Non perché esso riuscirà a rovesciare lo Stato capitalistico (abbiamo dimostrato che la conquista dello Stato da parte dei proletari avverrà solo quando gli operai e i contadini avranno creato un sistema di istituzioni statali capaci di sostituire le istituzioni dello Stato democratico-parlamentare), ma perché inizierà un periodo di profondi rivolgimenti nella struttura economica attuale. La crisi del dopoguerra si inizierà il 20-21. Finora i capitalisti, premuti dal governo, hanno concesso facilmente: hanno acconsentito a mantenere la produzione su un piano antieconomico per evitare la disoccupazione e la rivolta dei disperati. Non vorranno piú continuare, non potranno piú continuare. Lo sciopero diventerà la giustificazione di tutta una serie di misure di polizia industriale tendenti a ridare alla produzione la capacità di esprimere un profitto sicuro e abbondante. E naturalmente i giornali addosseranno ai socialisti rivoluzionari la responsabilità dei licenziamenti e delle serrate, e cercheranno di rompere la formidabile unità del proletariato.
Dall’incipit del terzo volume:
La crisi costituzionale in cui si dibatte il Partito socialista italiano interessa i comunisti in quanto essa è il riflesso della piú profonda crisi costituzionale in cui si dibattono le grandi masse del popolo italiano. Da questo punto di vista la crisi del Partito socialista non può e non deve essere considerata isolatamente: essa è la parte di un quadro piú comprensivo, che abbraccia anche il Partito popolare e il fascismo. Politicamente le grandi masse non esistono se non inquadrate nei partiti politici: i mutamenti d’opinione che si verificano nelle masse sotto la spinta delle forze economiche determinanti vengono interpretati dai partiti, che si scindono prima in tendenze, per poi scindersi in una molteplicità di nuovi partiti organici: attraverso questo processo di disarticolazione, di neoassociazione, di fusione tra gli omogenei si rivela un piú profondo ed intimo processo di decomposizione della società democratica per il definitivo schieramento delle classi in lotta per la conservazione o la conquista del potere di Stato e del potere sull’apparecchio di produzione.
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