IL FU MATTIA PASCAL

Con "Il fu Mattia Pascal" Pirandello elabora una forma di romanzo ibrida, oscillante fra tradizione e innovazione, da cui affiora l’angoscia di chi guarda al futuro col timore di essere, proprio come il suo personaggio, soltanto un’ombra opaca, prigioniera dei propri dubbi e delle proprie scelte.
"Il fu Mattia Pascal" è il romanzo di un impossibile riscatto da una vita grigia, per un uomo nato due volte. Porta alle estreme conseguenze, con punte davvero paradossali, il dissidio fra forma e vita. Inizialmente Mattia soffre la forma che lo vuole uomo infelice, racchiuso in una piccola e asfittica realtà. Ma ecco che liberatosi della forma, sembra aver raggiunto la sua vera vita, la sua vera identità: ciò che egli è solo per sé stesso, ciò che egli è per sè e non per gli altri, ciò che egli è e non ciò che appare. Ma si può essere veramente e intimamente se stessi, solo per sè e non per gli altri? Sì, ma non si può vivere, tant'è vero che Mattia si sente solo e riprende a vivere, ossia ad assumere un'altra forma... E poi qual è il nostro vero volto? La maschera che ci danno gli altri o la"maschera nuda" che è la nostra vera e intima essenza? Nel momento in cui come Mattia siamo pura vita non possiamo vivere, ma nel momento in cui ci accontentiamo di vivere secondo gli altri non siamo più noi stessi, e veniamo chiusi in una forma che ci soffoca. Sta tutto qui il paradosso e qui come in "Uno, nessuno e centomila" viene spinta alle sue estreme e più grottesche svolte romanzesche.

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