IL CETRIOLO MESSINESE: ‘U citrolu missinisi (Metafore vegetali e maliziosità vegane in canzoni sui piaceri della carne)
Così recita una ingegnosa, quanto maliziosa canzoncina presente nel repertorio canzonettistico tradizionale siciliano, un tempo cantata con gran divertimento ed oggi quasi dimenticata, proprio nel momento in cui la lingua e la cultura siciliana 'entra' nelle scuole come materia obbligatoria di insegnamento.
Un divertissement soltanto? L’agricoltura siciliana ha le sue eccellenze, virtù autoctone di genuinità, ma in questa canzone tali virtù si sommano alla malizia campanilistica del canto o del compositore, intenzionato a riscoprire le tradizioni popolari della Sicilia e i cetrioli della sua terra con "tranquillità e fiducia", a condizione – però – che si tratti di “cetrioli messinesi”.
Allegre, allegre donne, a buon mercato sono i cetrioli...
Affacciatevi eccellenze,
signorine e cameriere,
comandate volentieri
che vi servo là per là.
E signorine di poco appetito
mangiatelo ‘schietto’ che male non fa,
l’insalatina fa sempre profitto,
il fegato fritto ingrassare vi fa.
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