La steppa

La steppa è la storia di un lungo viaggio, che il piccolo Egòruska,
mandato dalla madre a studiare in città, compie in parte
in calesse, insieme allo zio e a un anziano sacerdote, e in parte
su un convoglio di carri colmi di balle di lana, in compagnia
di un disomogeneo gruppo di contadini-mercanti.
Un incedere lento attraverso la sterminata steppa ucraina, in
apparenza monotona e immutabile, ma in realtà disseminata
di stimoli visivi e sonori che il fanciullo impara a conoscere,
ad amare e a temere.
Tra accampamenti improvvisati per sfuggire alla calura del
giorno, pasti frugali attorno a un fuoco, temporali che paiono
non aver fine, racconti fantastici e storie di un passato troppo a
lungo rimpianto, Egòruska, sempre più lontano dall’ambiente
rassicurante in cui sempre ha vissuto, impara a conoscere il
mondo e se stesso, avvertendo, per la prima volta, il peso della
solitudine e l’incertezza di un futuro a cui, suo malgrado, si
trova destinato.
Anton C•echov (1860 – 1904) scrittore e drammaturgo russo, è
autore di diversi racconti, tra cui La morte dell’impiegato (1883),
Il consigliere segreto (1886) e Il violino di Rothschild (1894), nonché
di innumerevoli opere drammatiche, quali Il gabbiano
(1896), Zio Vanja (1899), Il giardino dei ciliegi (1904).

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