Benvenuti a Lexington: A Better Human Being
Però per aiutarci non serve molto, solo una piccola recensione alla fine della lettura. Anche qualcosa di semplice, niente di complesso. Qualcosa del tipo: "sì", "no", "meh", "boh" o "a che ora è che si mangia?".
Qualsiasi cosa vi sia passata per la mente durante la lettura noi piccoli scribacchini saremo felicissimi di leggerla. A voi costa solo pochi secondi di sudore, per noi un giudizio sincero, anche se negativo, può risultare determinante.
Ora passiamo alle cose serie: Benvenuti a Lexington, una piccola storia di sopravvivenza. Le società umane sono crollate. Nel corso degli anni la natura ha reclamato il possesso di ogni landa disabitata e gli esseri umani vivono in società eterogenee, stipati entro i confini delle vecchie città, trasformate in città-stato e spesso in guerra tra loro.
Il protagonista vive a Lexington. Piccola città disabitata della Virginia, situata ai piedi degli Apalachi. Il posto è isolato e raramente visitato da anima viva. La sua posizione a ridosso di due grandi interstatali la pone in piena zona rossa. Sono infatti le interstatali del vecchio stato federale le strade usate dagli invasati. Esseri selvaggi e crudeli che hanno dimenticato la loro natura umana.
Scrivere "Benvenuti a Lexington" è stato un esperimento, un gioco, un viaggio in un mondo così vicino al nostro, eppure così lontano. La tranquilla e pacifica vita suburbana a stelle e strisce: tra famiglia, lavoro e impeccabile vicinato.
Lexington è il "sogno americano", e con lei ogni città compresa in quel territorio collinare che si estende tra Washington e Atlanta, così simile alla Toscana, eppure sì differente. Un paese dalle molte contraddizioni, capace di unire paesaggi collinari a agenzie di spionaggio, che non si vergogna di nascondere depositi su depositi di testate nucleari sotto filiere di ulivi e pacifici campi coltivati.
Il sogno di una notta d'ottobre mutato in un incubo a cielo aperto.
Partiamo allora con quella locuzione anglosassone che dovrebbe aprire ogni narrazione, la traduzione letteraria di quell'oscuro tecnicismo chiamato Inciting Incident: What If...Cosa succederebbe al mondo se l'uomo riuscisse a liberarsi per sempre di quell'arma assoluta che pose fine alla seconda guerra mondiale?
Nel mentre cercate la risposta dovete però ricordare che come in ogni buona storia anche a Lexington non tutto è ciò che sembra.
See You, Space Cowboy.
Pss...dicevo sul serio nei primi "righi", se il libro vi è piaciuto lasciatemelo scritto, che il commento di un lettore è caldo come un abbraccio.
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