Plinio, l'ultima historia: dramma in tre atti (Il teatro di Marco Pizzi)

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Plinio, l'ultima historia: dramma in tre atti (Il teatro di Marco Pizzi)
Autore
Marco Pizzi
Pubblicazione
13/11/2025
Nel 79 d.C., il giorno precedente all’eruzione del Vesuvio, Plinio è a Miseno in quanto comandante della flotta imperiale. Alcune scosse di terremoto turbano la quiete della domus, la sorella ne è molto preoccupata, al contrario di Plinio: «La Campania è sempre stata soggetta a queste scosse» le dice. E per quel che se ne sapeva era così. La sua mente perciò è rivolta a tutt'altro: alle critiche spietate che ha ricevuto la sua Naturalis Historia, a Pomponiano, il suo editore, che lo pressa perché vorrebbe da lui una nuova opera, e all'educazione del suo figlio adottivo Cecilio (oggi noto come Plinio il Giovane), che invece di studiare si perde in futili poesie.

Il mattino seguente, il Vesuvio, fino ad allora creduto un semplice monte, produce una colonna di fumo alta venti miglia. Nonostante il pericolo, Plinio non esita a salpare con le navi più grandi, le quadriremi, cercando di salvare la numerosa popolazione della costa prospicente il vulcano. Non riesce a raggiungere Ercolano e deve ripiegare a Stabia nel porto privato di Pomponiano. Nella domus del suo editore dovrà attendere tutta la notte sotto l'incessante pioggia di cenere e lapilli finché...

Gaio Plinio Secondo, oggi noto come Plinio il Vecchio, era a Miseno in quanto comandante della flotta imperiale, quando eruttò il Vesuvio. Al di là dell’illustre carriera militare, era un uomo studioso e curioso di tutto, che provava meraviglia e orrore per la Natura (sua l'espressione «madre e matrigna» ripresa da Leopardi). Uomo di saldi principi morali, odiava Nerone e i dittatori in generale, ma anche i Magi e le superstizioni, pur non essendo affatto esente da esse. Ma soprattutto ebbe il coraggio di guardare in faccia la morte senza paura: un personaggio straordinario attraverso cui rivivere l'evento che distrusse Ercolano, Pompei e Stabia.

La pièce ruota attorno a lui e ad altri quattro personaggi notevoli: il segretario Zosimo, la sorella Plinia, il figlio adottivo Cecilio, e l'amico-editore Pomponiano. Il dramma amalgama l'accuratezza storica con una fantasiosa verosimiglianza laddove le fonti non ci hanno lasciato notizie, ma soprattutto cerca di riportare in vita i personaggi, le loro passioni e la loro mentalità, diversa ma neppure troppo dalla nostra.

«Avvincente ricostruzione realizzata con un sapiente equilibrio tra fatti storici e fantasia, con personaggi e fatti emotivamente intensi che coinvolgono lo spettatore»
(Premio Tragos per la Drammaturgia Contemporanea, XVIII ed., Milano, Teatro Piccolo, 25 giugno 2025).
La versione cinematografica tratta da questo dramma ha vinto il Chicago Script Award come Best Historical Screenplay (10 febbraio 2025), e una menzione d’onore al Big Apple Film Festival and Screenplay Competition di New York (25 aprile 2025).

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