Il Maratoneta Romagnolo (STORIE DI ROMAGNA)
Rimini Marathon
“La cosa importante nei Giochi Olimpici non è tanto vincere ma prendervi parte, perché nella vita la cosa essenziale non è conquistare successi ma battersi bene.”
Pierre De Coubertin
Quella non era una domenica come tutte le altre.
L’elettricità era nell’aria, vibrava nervosamente nei respiri concitati dei corridori, nei cuori che già battevano al ritmo della musica.
La folla era un mare compatto e rumoroso, onde di applausi e di cori che si infrangevano contro l’arco gonfiabile della partenza. Migliaia di podisti si allineavano dietro la linea del via, come un fiume colorato che premeva per scatenarsi. Le maglie fosforescenti, i cappellini, le scarpette scintillanti: ogni dettaglio era un frammento di energia pronta a esplodere.
Dall’altoparlante ruggiva “The Final Countdown”, l’inno perfetto per quel momento sospeso tra attesa e destino. Lo speaker, con voce roca e trascinante, aveva infiammato gli animi:
— “Dieci… nove… otto… sette… sei…”
In alto, un drone disegnava cerchi nel cielo terso di Rimini, catturando l’immagine di quella moltitudine compatta e febbrile.
La gente attorno era gremita: madri con bambini in spalla, amici, tifosi, turisti capitati lì per caso e subito contagiati dall’entusiasmo. Nessuno voleva perdere quell’attimo.
Era la partenza della Maratona di Rimini.
Un momento unico, irripetibile, che sarebbe rimasto inciso nella mia memoria e in quella di ogni podista presente.
— “Cinque… quattro… tre… due… uno…!”
Lo sparo secco squarciò l’aria.
Un boato, un urlo collettivo, un’esplosione di energia.
La corsa era iniziata.
Il ritmo, i chilometri, i ristori, gli amici, i dolori, i sorrisi, i ricordi, i pensieri durante la corsa, le parole di chi ti ha incoraggiato, le facce sconosciute di chi ha corso con te, tutto questo ti resterà per sempre.
Perché in fondo, anche se ogni maratona è un piccolo viaggio, è un viaggio che non finisce mai davvero.
Ogni maratona è diversa, ma tutte insegnano la stessa cosa: la vera vittoria è non arrendersi mai e cercare di andare avanti e superare i momenti difficili con la forza di volontà.
E finché ci sarà una strada davanti, un orizzonte da guardare, un paio di scarpe da allacciare, un cuore che batte e un sogno da inseguire, il Maratoneta Romagnolo e tutti i maratoneti del mondo, non smetteranno mai di correre.
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