OMOSESSUALITÀ NEL CINEMA ITALIANO DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI NOVANTA: Il contributo di Pier Paolo Pasolini
In questo breve saggio, precedentemente parte di un lavoro di ricerca più articolato e pubblicato nel 2008 col titolo Educazione al rispetto delle omosessualità, viene esaminato il cinema italiano con tematica omosessuale.
Nella prima parte viene tracciata una sintesi dei film susseguitisi dagli anni Sessanta agli anni Novanta dei quali, tuttavia, se ne sono individuati ben pochi degni di riguardo, la maggior parte di essi appartenenti al periodo che va tra la fine degli anni Sessanta e inizi Settanta e legati ai nomi dei registi più grandi del Novecento: Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Ettore Scola, Luchino Visconti.
La seconda parte pone invece in primo piano i lavori cinematografici di Pasolini, dalla critica contemporanea considerati assai rivoluzionari per il loro tempo, sia per la tecnica sia per il contenuto. Di essi è stato evidenziato l’aspetto pedagogico del messaggio pasoliniano che propone un’etica tesa verso una prospettiva di realtà mai univoca e sempre multiforme e sfaccettata; un’etica dove l’elemento omosessuale e quello più generale di diversità, divengono fonte di stimolo a ribellarsi al mondo moderno, conformista e falsamente tollerante che allora aveva iniziato a imporsi brutalmente.
E’ stato inoltre ampiamente sottolineato il ruolo centrale assunto dai giovani sottoproletari romani nella vita del grande intellettuale, i cui volti egli, con impaziente e bramoso ardore, volle immortalare in tutti i suoi film; essi, infatti, compaiono persino nella sua ultima opera cinematografica, Salò (girata qualche mese prima di morire), metafora che illustra crudelmente la loro meschina e barbara trasformazione antropologica (di cui fu vittima in quegli anni tutto il popolo italiano, ormai raggruppato in una massa senza volto) e lascia intravedere un futuro di cupo pessimismo; allo stesso tempo Pasolini riuscì a rappresentare, con un occhio che rimane attuale, la forza distruttiva che ogni forma di potere ha sullo spirito umano, soprattutto in una società tecnologica, (che si andava espandendo negli anni Settanta ed ora in piena espansione), la quale andava uniformando inconsapevolmente le persone all'unica logica del profitto, seppellendo ogni traccia di antiche culture, sopravvissute al dopoguerra e per secoli rimaste sempre distinguibili anche se storicamente unificate.
Mi piace terminare con una storica frase del grande regista corsaro:
«Oggi distinzione ed unificazione storica hanno ceduto il posto ad un’omologazione che realizza quasi miracolosamente il sogno interclassista del vecchio potere. A cosa è dovuta tale omologazione? Evidentemente ad un nuovo Potere»
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli
Altri libri di Antonella Di Luoffo
Il cuore di Frankenstein 1
Un mostro si aggira da vent'anni nella foresta bavarese. Si è allontanato dagli uomini ma di nascosto frequenta la biblioteca di Ingolstadt dove impara a conoscere il mondo, le arti e la mitologia greca dalla quale trae il nome che porta: Prometeus. Un giorno salva la vita a Karl Reinholdt, pioniere della chirurgia, che per questo decide di operarlo per cancellargli le cicatrici. A lui, dopo ...