Quaranta Giorni

Stefano Anselmi ha trentatré anni, una carriera affermata come scrittore, e voce visiva, eppure sembra essersi spento da troppo tempo. Una relazione finita male, un corpo diventato distante, un desiderio che si è ritratto in un angolo silenzioso. Quando riceve l’invito per trascorrere quaranta giorni in una residenza artistica immersa nella campagna toscana, accetta più per istinto che per convinzione. Non sa bene cosa stia cercando, ma sa che ha bisogno di svuotarsi, ascoltare, fermarsi.
La Villa degli Incanti è un luogo fuori dal tempo: stanze vuote, corridoi che sembrano sussurrare, una natura che entra ovunque. Otto artisti sono stati invitati lì, proprio come lui. Sono isolati dal mondo, senza telefoni, senza contatti esterni, con il tempo scandito solo dal ritmo della natura.
Ed è lì che Stefano incontra Niclas Rautio.
Coetaneo, scultore finlandese, ex falegname, uomo di poche parole, scolpisce il legno, la creta e il marmo come se ogni gesto avesse un peso sacro. Non guarda per desiderare, ma per comprendere, e questo lo disarma.
Tra i due nasce una tensione che non esplode subito: cresce nel non detto, nella vicinanza silenziosa dei corpi, nei gesti involontari, nella materia lavorata insieme. È un desiderio che non pretende, ma svela. Stefano si ritrova a sentire di nuovo la pelle, il respiro, la fame. Niclas non invade, ma accoglie. Insieme, imparano a toccarsi senza difendersi, e a mostrarsi senza interpretare.
Quaranta Giorni è un romanzo sensuale, e profondo, dove la sensualità non è spettacolo ma rivelazione. Un viaggio in due che attraversa vergogna, pudore, piacere e verità.
Perché certe mani, quando ti toccano, non ti spogliano: ti vedono.
Un viaggio nella vulnerabilità e nel desiderio, dove l’erotismo non è mai scontato, e l’amore non è mai una promessa, ma una scelta consapevole, giorno per giorno.

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