Un cuore greco: Un ritorno ai classici nel Novecento

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Un cuore greco: Un ritorno ai classici nel Novecento
Autore
Marina Valensise
Pubblicazione
31/10/2025
Davvero per essere moderni bisogna ripudiare l’antico? Perché mai certi artisti, come Michel Houellebecq, si mostrano insofferenti all’ascolto dei classici che pure hanno plasmato il nostro modo di essere? Certo, oggi, la novità prevale sulla tradizione; e la curiosità cede alla “brama totalitaria di futuro” per titillare il pubblico, anche a rischio di nutrire il nichilismo di individui che, privi di radici e di memoria, cadono in balia di una vita senza senso. Eppure, dev’essere successo qualcosa di irreversibile per accettare la tabula rasa dei classici, come se fossero incomprensibili o non pervenuti. Ma cosa? Per chiarirlo, Marina Valensise propone un viaggio a tappe nel paesaggio moderno dell’antico, attraverso artisti, poeti, drammaturghi, musicisti e scrittori, testimoni nel Novecento della vitalità del patrimonio classico come fonte di ispirazione per opere d’avanguardia. Offre così il racconto dell’esperienza di personaggi straordinari ora afflitti dalla perdita di significato o irretiti dalla moda come Hofmannsthal, Cocteau, Picasso; ora attratti dalla solennità del dramma antico come Stravinskij o persi nell’epos della guerra mondiale come l’ucraina Rachel Bespaloff e il calabrese Alvaro; pronti come Montherlant a penetrare il desiderio femminile o a ritrovare come Camus la luce della tragedia greca contro il buio del totalitarismo; oppure addirittura costretti, come Heiner Müller, a ricorrere al mito per parlare di stalinismo o disposti, come Sarah Kane, a farlo saltare in aria per esporlo alla pornografia del reale. Tante voci originali che, col ritorno ai classici, hanno aperto nuove strade, offrendo a noi moderni lo strumento indispensabile per capire noi stessi e affrontare il mondo.


Immersi come siamo in un mondo che si rivela ben più distopico di quello annunciato dei romanzi di fantascienza cinquant’anni fa, oggi scopriamo artisti convinti di poter tranquillamente fare a meno dei classici e dei capolavori del mondo antico, di ignorare gli eroi di Omero, i versi di Esiodo, i drammi di Eschilo, la poesia di Sofocle, la freddezza di Euripide, per non parlare dei romani, della lussuria infernale del teatro di Seneca con le sue perverse deviazioni di epoca neroniana.


Un viaggio inaspettato, in nome del ritorno ai classici, nell’arte e nelle idee del Novecento, passando dalla sperimentazione ludica dell’avanguardia alla sopravvivenza di fronte alle tragedie della storia d’Europa.

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