Mi è scappato il nonno partigiano: Un'indagine nel passato per il commissario Falsopepe
Estate 2024. Il vicequestore Ferruccio Falsopepe sta trascorrendo qualche giorno di vacanza nel suo paese natale, Ceglie Messapica nella valle dei trulli, e in una lunga serata di cibo, vini e ricordi con gli amici nella storica piazza Plebiscito gli viene chiesto di raccontare qualche memorabile indagine. Falsopepe comincia il lungo appassionante racconto di nonno Tino, un vecchio giornalista genovese con un passato movimentato, e del nipote Aldino a cui fa da baby sitter raccontandogli storie e cronache vecchie di cinquant’anni. A volte il nonno è lucidissimo, ma sempre più spesso confonde date, luoghi e personaggi. Spesso emergono la strana ossessione del vecchio giornalista per i nazisti e i fascisti (che ha combattuto ventenne, nel 1943, da partigiano in Ossola nei memorabili 40 giorni della storica Repubblica partigiana) e la storia di Emma, una ragazza sfuggita alle retate dei nazifascisti e poi scomparsa o tradita. Ma un pomeriggio del 2007, nonno Tino e Aldino scompaiono da casa. Volatilizzati. L’indagine delicatissima viene affidata al vicequestore Ferruccio Falsopepe e alla sua squadra di poliziotti e di… particolari collaboratori: un libraio fissato con il commissario Maigret, un professore di storia collezionista di necrologie e un oste dei caruggi che li rifocilla…
Mario Paternostro, è nato a Genova. Dopo la laurea in Giurisprudenza ha scelto il giornalismo. Prima a “Il Lavoro”, lo storico quotidiano socialista, poi al “Giornale Nuovo” di Indro Montanelli, e infine a “Il Secolo XIX” dove è stato capocronista, capo della Cultura, inviato di politica e vicedirettore. Dal Decimonono alla tv privata Primocanale, di cui è stato direttore responsabile per undici anni. Ha insegnato Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico all’Università di Genova. Ora collabora come editorialista e autore di docufilm. Tra questi Genova in guerra, Addio ’900, Il Racconto di Genova, I cento anni di Bandiera rossa e La grande alluvione, Salir, Un giorno a Genova nel Medioevo, I Rolli in giardino e Ti ricordi? con Franco Manzitti. Ha scritto Le buone società per Costa & Nolan, Genovesi, Lezioni di Piano, Viaggiatori mangianti, Valigie al dente e Dialoghi sui minimi sistemi (con Claudio G. Fava) per De Ferrari, passando poi ai romanzi noir con Troppe buone ragioni e Il sangue delle rondini per Il Melangolo, Le povere signore Gallardo e Bésame mucho con Mondadori, Il Cardinale deve morire, La spia di Cechov, I delitti del Bianco e Le ombre di Genova con Fratelli Frilli Editori e infine Togliatti e il Cardinale e Strasse per De Ferrari.
Mario Paternostro, è nato a Genova. Dopo la laurea in Giurisprudenza ha scelto il giornalismo. Prima a “Il Lavoro”, lo storico quotidiano socialista, poi al “Giornale Nuovo” di Indro Montanelli, e infine a “Il Secolo XIX” dove è stato capocronista, capo della Cultura, inviato di politica e vicedirettore. Dal Decimonono alla tv privata Primocanale, di cui è stato direttore responsabile per undici anni. Ha insegnato Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico all’Università di Genova. Ora collabora come editorialista e autore di docufilm. Tra questi Genova in guerra, Addio ’900, Il Racconto di Genova, I cento anni di Bandiera rossa e La grande alluvione, Salir, Un giorno a Genova nel Medioevo, I Rolli in giardino e Ti ricordi? con Franco Manzitti. Ha scritto Le buone società per Costa & Nolan, Genovesi, Lezioni di Piano, Viaggiatori mangianti, Valigie al dente e Dialoghi sui minimi sistemi (con Claudio G. Fava) per De Ferrari, passando poi ai romanzi noir con Troppe buone ragioni e Il sangue delle rondini per Il Melangolo, Le povere signore Gallardo e Bésame mucho con Mondadori, Il Cardinale deve morire, La spia di Cechov, I delitti del Bianco e Le ombre di Genova con Fratelli Frilli Editori e infine Togliatti e il Cardinale e Strasse per De Ferrari.
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Mario Paternostro — Fratelli Frilli Editori