CON LA MORTE NEL CUORE: Storia vera di una donna devastata nell'animo
Era una mattina di pioggia leggera, con le nuvole che si trascinavano come pensieri pesanti sopra di me. L'aria era umida e pungente, quasi come se volesse farsi portatrice della mia sofferenza. Ogni giorno, ogni notte, è una lotta per andare avanti. Vivo in un mondo dove il sole sembra essersi dimenticato di splendere e l'unico appiglio di sopravvivenza è la speranza. La speranza che un giorno, finalmente, la malasorte mi abbandoni e mi conceda quel briciolo di serenità che, ne sono certa, merito.
Intorno a me si estende una terra bruciata, e il fuoco della vita continua a divampare, minacciando di consumare anche chi non merita questa punizione. Ogni ostacolo che il destino mi pone davanti è il più pesante, fino a quando non ne arriva un altro che mi fa capire quanto il destino possa essere infido. i mie giorni sono ancor più bui delle notti, e in questo labirinto senza uscita mi chiedo quale sarà il prossimo inciampo, quanta forza mi rimanga per affrontare nuove complicazioni già consolidate.
I sogni di bambina, quelli che animavano le mie notti e illuminavano le mie giornate, sono offuscati e lontani, come un eco sbiadito in un vasto deserto. Ho preso decisioni sbagliate, una dopo l'altra, portandomi all'epilogo di vita che vivo oggi. È paradossale, ma mentre osservo il mondo che mi circonda, mi chiedo: come può una vita, pur avendo intelligenza e impegno, ridursi a un tale stato di disagio? Non ho fatto del male a nessuno! Ho pregato, ho lavorato, mi sono sacrificata per gli altri fino a privarmi del necessario.
E allora perché Dio ha voluto caricarmi di così tanta sofferenza? I più convinti affermano che Dio da’ croci solo a chi può sostenerle, ma io mi chiedo: non sarebbe giunto il momento di alleggerire questo carico, ora che non ho neanche più la forza di portare le borse della spesa? Ecco che la fede, che un tempo era il mio faro, si è trasformata in un velo di nebbia: forse sono stata io ad abbandonare Dio, incapace di comprendere il suo modo di agire, il suo “sistema”.
Oggi, 12 ottobre 2025, mi sono svegliata ancora una volta scossa dalla mia strambata quotidiana che a tratti somiglia a un brutto sogno da cui non riesco a svegliarmi.
Mi sono detta che era giunto il momento di chiarire i dubbi e le curiosità che vi ho infuso, ma solo alla fine vi rivelerò l’artefice di questa “morte nel cuore”. Mi sforzo di raccogliere i pezzi di un'esistenza che sembra non avere un senso, di trovare un nuovo significato tra le macerie di un passato che mi ha segnata. La vita, quando meno te lo aspetti, può rivelarsi non solo un campo di battaglia, ma anche un palcoscenico dove si svolge la ricerca di una verità profonda: quella che ci permette di ricominciare, anche quando tutto sembra perduto.
Quindi, vi invito a seguirmi in questo viaggio, a scoprire la mia storia, le mie ferite e, si spera, le mie piccole vittorie. Perché anche nel dolore più acuto, c’è sempre un barlume di speranza.
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