Tigre reale
di Giovanni Verga
In una Firenze elegante e mondana, tra balli, intrighi e duelli d’onore, si consuma la storia di Giorgio La Ferlita, giovane diplomatico ambizioso e inquieto, e della contessa Nata, una donna misteriosa e affascinante, marchiata dal destino e dalla malattia.
Il loro incontro, fatale come un presagio, accende una passione che si trasforma presto in tormento: un amore impossibile, divorante, che conduce entrambi verso la rovina.
Tra la frivolezza dell’alta società e la crudezza della verità interiore, Verga racconta con mano magistrale l’eterno conflitto tra sentimento e dovere, illusione e disincanto.
Romanzo di atmosfere raffinate e di profonda introspezione psicologica, Tigre reale è una delle opere più intense del Verismo italiano, dove la sensualità e la fatalità si intrecciano in un dramma indimenticabile.
Giovanni Verga (Catania, 1840 – 1922) è uno dei massimi narratori italiani e il principale esponente del Verismo. Dopo gli esordi romantici e patriottici, raggiunge la piena maturità artistica con opere che indagano con realismo e profondità l’animo umano e le dure condizioni sociali del suo tempo. Tra i suoi capolavori figurano I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo, Rosso Malpelo e Cavalleria rusticana. Con Tigre reale (1873) esplora invece i turbamenti della passione e la psicologia dei sentimenti, fondendo eleganza narrativa e dramma interiore.
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