Gli anni perduti: con una introduzione di Manuel Fasano

A settantuno anni dalla morte di Vitaliano Brancati (1907-1954), una nuova edizione del suo primo, vero romanzo, Gli anni perduti, pubblicato per la prima nel 1945.

Protagonista del romanzo è in un certo senso la torre di quaranta metri che l’avventuriero Buscaino, reduce da un viaggio in America, vuole costruire a Natàca (quasi un anagramma, e non è un caso, di Catania) per due motivi: guadagnare una fortuna – a sentire lui – convinto che chiunque pagherà per salirvi in cima e ammirare il panorama della città; risvegliare gli abitanti di Natàca dal sonnambulismo abulico che sembra possederli. Tre di questi abitanti, che sarebbero i coprotagonisti della storia, soprattutto Leonardo (quasi un alter ego di Brancati), accettano la sfida di Buscaino, attratti non tanto dal lato economico dell’impresa, quanto dal miraggio di uscire, grazie alla torre di quaranta metri, dalla noia e dall’accidia che governa le loro esistenze e la città in cui vivono. Tuttavia la costruzione della famosa torre attraverserà, prevedibilmente, numerosi ostacoli burocratici e umani, confermando l’inerzia che sembra caratterizzare la società siciliana.

«Un’idea è un’idea anche qui… Città orizzontale, città di scatoloni… Un grattacielo qui… No, un grattacielo no… Una torre… Per Dio, per Dio, questa è una idea!… […] “È un’idea, un’idea che contiene più oro delle miniere di Westfalia… Una torre, con una scala interna; no: esterna; forse meglio interna. Esterna o interna, non importa, purché vi possa salire molta gente a guardare dall’alto il panorama della città…»

Vitaliano Brancati (1907-1954) è considerato uno dei maestri della letteratura italiana del Novecento, grazie soprattutto ai romanzi Don Giovanni in Sicilia, Il bell'Antonio e Paolo il caldo. È stato anche l'autore di più di venti sceneggiature.

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