Mio padre, tuo padre: Due uomini contro l'odio del conflitto israelopalestinese
Un dolore che divide. Una scelta che unisce. Una storia vera che insegna la pace.
Due padri. Due figlie. Un solo dolore.
Rami Elhanan, israeliano, e Bassam Aramin, palestinese, vivono sui due lati opposti di un confine, divisi da lingue, religioni, storie, bandiere. Ma un giorno, qualcosa spezza le loro vite: Smadar e Abir, le loro figlie, vengono uccise. Una da un soldato dell'idf, l'Esercito di Difesa Israeliano, appena fuori da scuola. L'altra da un attentato palestinese in pieno centro a Gerusalemme.
Potrebbero odiarsi. Potrebbero decidere di imbracciare le armi e cercare vendetta. E invece decidono di parlarsi, di ascoltarsi, di lottare insieme perché nessun altro debba soffrire come loro. Decidono di spezzare il ciclo dell'odio: un meccanismo che porta a rispondere a ogni azione violenta con altra violenza, innescando una catena senza fine, inutile, perché non riporterà indietro chi non c'è più.
In questo racconto le voci di Abir e Smadar si alternano a quelle della narrazione, risuonando tra le pagine con forza e dolcezza, e ricordandoci che la pace non è un sogno lontano, ma una scelta da fare ogni giorno.
Un libro che parla di guerra e di lutto, ma anche di coraggio, memoria e dialogo.
Perché costruire la pace è la missione più difficile - e più urgente - che ci sia.
Due padri. Due figlie. Un solo dolore.
Rami Elhanan, israeliano, e Bassam Aramin, palestinese, vivono sui due lati opposti di un confine, divisi da lingue, religioni, storie, bandiere. Ma un giorno, qualcosa spezza le loro vite: Smadar e Abir, le loro figlie, vengono uccise. Una da un soldato dell'idf, l'Esercito di Difesa Israeliano, appena fuori da scuola. L'altra da un attentato palestinese in pieno centro a Gerusalemme.
Potrebbero odiarsi. Potrebbero decidere di imbracciare le armi e cercare vendetta. E invece decidono di parlarsi, di ascoltarsi, di lottare insieme perché nessun altro debba soffrire come loro. Decidono di spezzare il ciclo dell'odio: un meccanismo che porta a rispondere a ogni azione violenta con altra violenza, innescando una catena senza fine, inutile, perché non riporterà indietro chi non c'è più.
In questo racconto le voci di Abir e Smadar si alternano a quelle della narrazione, risuonando tra le pagine con forza e dolcezza, e ricordandoci che la pace non è un sogno lontano, ma una scelta da fare ogni giorno.
Un libro che parla di guerra e di lutto, ma anche di coraggio, memoria e dialogo.
Perché costruire la pace è la missione più difficile - e più urgente - che ci sia.
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