Fermo e Lucia (annotato): edizione integrale arricchita da una biografia dettagliata e dal saggio "Dell'equivalenza manzoniana"
- Autore
- Alessandro Manzoni
- Pubblicazione
- 15/07/2015
- Categorie
- biografia dettagliata
- saggio “Dell'equivalenza manzoniana”
SINOSSI
Ad Alessandro Manzoni occorsero quasi venti anni per scrivere “I promessi sposi”. Non solo la proverbiale lentezza dell’Autore, ma anche le continue correzioni, limature e aggiustamenti consentirono la pubblicazione della versione definitiva a partire dal 1840.
La prima stesura, mai pubblicata, si intitolava “Fermo e Lucia”, dal nome dei due protagonisti. La nota vicenda narra le vicissitudini di due semplici popolani del XVII secolo a cui un prepotente signorotto impedisce di convolare a giuste nozze a causa di una scommessa. Intorno alle loro vite ruotano i personaggi e gli eventi storici di un intero secolo. Facili i parallelismi voluti da Alessandro Manzoni tra la situazione politica del milanese del Milleseicento e quella coeva dell'autore.
Tuttavia la preponderanza dei fatti descritti relativi ai personaggi storici (monaca di Monza, il Conte del Sagrado – che divenne l'Innominato ne “I promessi sposi” -, il cardinale Borromeo, ecc.) che appesantivano l'opera e l'utilizzo di termini dialettali, stranieri e latinismi lontani dal suo desiderio di utilizzare una lingua unitaria, indussero Alessandro Manzoni a soprassedere in attesa di una una nuova stesura.
Le differenze con l’opera definitiva sono tali che alcuni tendono a considerare “Fermo e Lucia” non la “prova generale” del capolavoro assoluto del Rinascimento e del Romanticismo, bensì un romanzo a sé stante.
La versione qui presentata è arricchita dalla biografia dell’autore e dal saggio “Dell’equivalenza manzoniana”.
L’AUTORE
Alessandro Manzoni, inarrivabile autore de “I promessi sposi”, nacque a Milano nel 1785 da Don Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia di quel Cesare autore de “Dei delitti e delle pene”, sebbene si dicesse che in realtà fosse il frutto di una relazione adulterina della madre con Giovanni Verri, fratello cadetto di Alessandro e Pietro, noti esponenti dell'Illuminismo.
Dopo avere trascorso la sua gioventù presso alcuni collegi gestiti da religiosi nel milanese e in Svizzera, a trenta anni si riunì A Parigi con la madre appena rimasta sola a causa della morte del compagno Carlo Imbonati. Ivi conobbe e sposò con rito calvinista la prima moglie Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere, da cui ebbe dieci figli. All’età di trentacinque anni si convertì al cattolicesimo di stampo giansenista. Da quel momento la sua vita e la sua produzione artistica mutarono radicalmente.
Dopo la morte di del padre Don Pietro Manzoni, si trasferì definitivamente a Milano con tutta la famiglia.
La sua vita fu ricca di gioie e affetti, ma anche di molti dolori (le due mogli e ben otto dei suoi figli gli premorirono).
Studioso e letterato, dedicò tutta la sua vita alla poesia, di cui di lascia opere immortali quali “Marzo 1821” e “Cinque maggio”, e alla stesura de “I promessi sposi”, il romanzo romantico e risorgimentale per antonomasia, capolavoro assoluto dell’Ottocento, a cui lavorò indefessamente per quasi trenta anni. “I promessi sposi”, opera rivoluzionaria che ebbe un successo di pubblico e di vendite senza pari che si protrae sino ai giorni nostri, procurò ad Alessandro Manzoni fama internazionale, ma nessun ritorno di natura economica.
Morì ottuagenario nel 1873, acclamato come patriota e padre della lingua italiana moderna.
In suo onore Giuseppe Verdi compose ed eseguì una “Messa da requiem”.
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