Il rosso e il nero: Traduzione di Giacomo di Belsito
Protagonista di questo romanzo, scritto da Stendhal tra il 1829 e il 1830 prendendo spunto da un fatto di cronaca, è Julien, un giovane povero e animato da un ardente desiderio di rivalsa sociale. Nella Francia della Restaurazione, società reazionaria e dominata da una cricca di chierici e nobili, l’unica strada per elevarsi socialmente è la carriera ecclesiastica; e così Julien, cresciuto nel mito della Rivoluzione francese e di Napoleone, è costretto a dissimulare la sua vera indole e a indossare costantemente una maschera. Assunto come precettore in casa del signor de Rênal e poi come segretario dal marchese de la Mole, Julien intreccia una storia d’amore prima con la moglie del primo, la buona e semplice Louise, e poi con la figlia del secondo, Mathilde, ragazza invece orgogliosa e sofisticata. In Julien, però, il rosso della passione amorosa e degli ideali giacobini prende il sopravvento sul nero dell’abito talare, sul calcolo e sul cinismo, segnando per lui un destino tragico. Il rosso e il nero è uno dei capolavori del romanzo francese per lo stile privo di orpelli ma limatissimo, per la resa cruda e accurata della società francese postnapoleonica, e per la lucida indagine psicologica, capace di scavare nelle profondità dell’animo umano e mettere a nudo le verità più scomode.
Giacomo di Belsito, pseudonimo di Giacomo Caccavale (1885 – 1939), è stato un giornalista, scrittore e traduttore italiano. Debuttò nella narrativa nel 1921 con la raccolta di racconti La beffa dell’amore, ma aveva già prodotto diversi saggi, soprattutto sulla letteratura francese. Fu inoltre un prolifico traduttore, occupandosi inizialmente di scrittori minori per poi tradurre opere di autori come Hugo, Maupassant, Stendhal, Verne e Dumas.
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