Corruzione - il prezzo di Stato
Un Paese apparentemente in equilibrio.
Un’economia che cresceva nei bollettini ma cedeva nei pavimenti.
Una politica che firmava, ma non guardava.
Un linguaggio tecnico che trasformava ogni anomalia in previsione.
Un popolo che pagava il prezzo senza conoscerne il nome.
Negli anni che seguiranno, la Prima Repubblica non cadrà di colpo.
Cadrà a pezzi, correttamente giustificati.
Ogni scostamento sarà “temporaneo”.
Ogni deroga sarà “transitoria”.
Ogni sopra costo, “aggiornamento”.
In quel tempo, la corruzione non era fatta di tangenti e favori.
Era fatta di modelli.
Di algoritmi ante litteram.
Di simulazioni approvate da commissioni che non esistevano, e rese operative da uomini che firmavano senza bisogno di chiedere.
Questo non è il racconto di una truffa.
È il racconto di un sistema che aveva previsto anche l’indagine.
Una giornalista economica, Teresa Croce, caporedattrice de La Frontiera, riceve un documento che non avrebbe dovuto esistere.
Un ispettore statale, Lorenzo Ferri, legge tra le righe di bilanci apparentemente regolari.
Un senatore, Gianni Raspanti, conosce la differenza tra potere e rappresentanza.
E in un’officina periferica di Roma, un uomo chiamato Libero smonta le auto e i macchinari d’epoca e rimonta la verità, parlando con la voce di chi legge tutto — anche ciò che non è scritto.
Questa è la storia di sei anni di equilibri simulati,
di documenti che non passano dal protocollo,
di incarichi che non hanno un contratto,
di errori che vengono progettati per essere trovati da chi deve sentirsi utile.
È la storia di una nazione come ingranaggio, e della voce di chi l’ha vista dall’interno e ha scelto di raccontarla.
Nessun complotto.
Nessuna rivelazione eroica.
Solo una certezza:
Il prezzo non è mai stato nascosto.
È sempre stato lì.
Nessuno te l’ha mai detto.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli
Altri libri di Giuseppe Arena
Edmund Hakume, residente a Scotland Yard - Il silenzio che precede la verità
C’è una finestra, al terzo piano di un edificio annerito dal fumo, che rimane accesa anche quando Londra dorme. Dietro quel vetro, spesso appannato dal vapore del tè, siede un uomo che non crede nella fretta, nella fortuna, né nella parola “caso”. Lui è Edmund Hakume, ispettore capo del settore omicidi della Metropolitan Police, e da quindici anni abita, nel senso più letterale, a Scotland ...
Giuseppe Arena
Caffè amaro
Questo romanzo nasce dal desiderio di dare voce a due storie parallele che si sono intrecciate alla fine dell’Ottocento, quando il Brasile si trovava a vivere uno dei momenti più contraddittori della sua storia. Da un lato, la fine della schiavitù, abolita con un decreto che proclamava la libertà, ma che in realtà lasciava migliaia di uomini e donne senza terra, senza lavoro, senza diritti ...
Giuseppe Arena
Il Capitano e l'Arcangelo
Ci sono personaggi che la storia non riesce a contenere del tutto. Figure che sfuggono ai giudizi, alle categorie, perfino alla memoria collettiva. Corneliu Zelea Codreanu appartiene a questa razza di uomini irriducibili, sospesi tra fede e destino, tra l’anelito alla purezza e l’abisso della realtà. Quando ho deciso di scrivere questo romanzo, non l’ho fatto per riabilitare, né per ...
Giuseppe Arena
Terra Separata – Sotto la cenere dell’Apartheid
Sudafrica, inverno del 1987 . Le città si risvegliavano sotto cieli lattiginosi, avvolte da un silenzio che odorava di bruciato. Un silenzio vigliacco, interrotto a tratti dal gracchiare di una radio, dai colpi di fucile nella notte, o dal canto dei lavoratori che uscivano dalle baracche di lamiera prima dell’alba. In quelle ore, ogni passo aveva un suono diverso. Quello dei piedi scalzi ...
Giuseppe Arena
I convitati di pietra - l'amore e 'ombra delle potenze nella Guerra di Secessione
La Guerra di Secessione americana è stata raccontata in mille modi. Conosciamo i nomi delle battaglie, le uniformi logorate dal fango, i discorsi dei presidenti e dei generali. Ma molto meno conosciamo ciò che si mosse nell’ombra, lontano dai campi di Gettysburg o dalle trincee del Potomac. È lì che si aggirano i “convitati di pietra”: le potenze straniere che osservavano senza agire, i ...
Giuseppe Arena
Destini in fuga. : Il viaggio a New Orleans
Alla fine dell’Ottocento, Palermo era una città di contrasti. Le grandi architetture normanne e barocche dominavano la scena urbana, testimoni di un passato glorioso, mentre nei vicoli e nei borghi rurali la povertà si aggrappava come l’edera ai muri scrostati delle case. L’Italia, una nazione giovane, unita solo da pochi decenni, era ancora spezzata tra Nord e Sud, tra ricchezza e miseria, ...
Giuseppe arena