Pillole ciniche: Pensieri (troppo) onesti da condividere con nessuno

Hai presente quella voce nella testa che, mentre fai finta di ascoltare l’ennesima riunione che poteva essere un’email, sussurra: “Ma chi me l’ha fatto fare?” Ecco, questo libro è quella voce. Ma su carta.

Una raccolta di pensieri scomodi, cinici e involontariamente terapeutici per chi ha capito che la vita adulta non è una scalata, ma un tapis roulant rotto che fa fumo.
Ti riconoscerai nelle storie di ferie negate, capi incapaci, week-end stressanti pieni di “non ho fatto niente ma sono esausto”, colloqui lavorativi surreali, amici che spariscono come il credito sul telefono e vite costruite sul mito del multitasking (ma con lo schermo del cellulare frantumato).

Capitoli che parlano di burnout come status symbol, di colleghi che ti chiamano "quello dei PDF", di riunioni con 12 slide colorate per decidere di non decidere nulla, di shopping compulsivo per gadget inutili in nome dell’offerta 3x2.
Di solitudine autentica, quella vera, quella che ti fa sentire Wilson – il pallone di Cast Away – ma con meno compagnia.

È un libro per chi ride mentre mastica amarezza, per chi si è stufato dei consigli motivazionali scritti su tazze da tè, e per chi ogni lunedì si sveglia sperando che il karma esista… solo per vedere se si ricorda dell’HR che ha fatto sparire le ferie.

Non troverai soluzioni. Non ti sentirai meglio. Ma riderai, molto. Perché a volte il modo migliore per sopravvivere al caos è sedersi, guardarlo negli occhi, e ridergli in faccia.

E no, non serve lo scontrino per leggere questo libro. Anche se, a ben pensarci, un portachiavi in omaggio potevamo mettercelo.

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