La Dama Bianca (Bibliotheca Gothica)
Ma il destino gioca talvolta strani scherzi: un evento inatteso costringe Bellia a ignorare l'avvertimento onirico. Solo in seguito, recandosi nel luogo indicato, si troverà di fronte a un'amara delusione. Ma non tutto è perduto: la chiave del mistero è contenuta in un antico testamento che sarà consegnato a Bellia cinque anni dopo da un vecchio pievano. Riuscirà Bellia a sfidare il suo destino e a impossessarsi del tesoro perduto, o il sogno della dama bianca si rivelerà solo una beffarda illusione?
Pubblicato nel 1894 nella raccolta Racconti sardi, "La Dama Bianca" è un racconto avvincente che esplora i temi della fortuna, della superstizione, del rimpianto e del mistero che avvolge le vite umane. Le radici della narrazione affondano profondamente nel fertile terreno della cultura popolare sarda. La figura della "dama bianca", un fantasma femminile spesso legato a storie di tesori nascosti o eventi tragici, è un archetipo presente in molte tradizioni folkloristiche, non solo sarde. Grazia Deledda, profondamente legata alla sua terra e alle sue narrazioni orali, attinge con maestria a questo immaginario collettivo, intrecciandolo con la sua sensibilità letteraria. Il paesaggio selvaggio e suggestivo del Nuorese, con le sue montagne, i boschi secolari e i luoghi isolati, funge da sfondo ideale per una storia in cui il confine tra realtà e soprannaturale si fa labile. È probabile che l'autrice abbia tratto ispirazione da leggende locali, racconti tramandati oralmente e credenze popolari riguardanti apparizioni spettrali e tesori celati, elementi ricorrenti nella sua opera che esplora spesso il mistero, il destino e il rapporto tra l'uomo e le forze invisibili che lo circondano.
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