Incursori del re: La vera storia della X Mas
Prima di tutto questo, a cavalcioni dei celebri «maiali», e a differenza di tanti ammiragli, che nonostante le corazzate di cui disponevano non sfidarono mai gli inglesi in battaglia, gli uomini della X Mas assaltarono per tre anni le due principali roccheforti nemiche nel Mediterraneo, Gibilterra e Alessandria, e s’immolarono a Malta proprio per supplire alle deficienze della Marina.
Le piccole storie private di ciascuno di loro svelano che ne avrebbero fatto volentieri a meno. Lontani da ogni ideologia (i fascisti erano una minuscola minoranza), intrisi di sincero patriottismo risorgimentale, si batterono in una guerra che sapevano già di perdere.
Trentun medaglie d’oro raccontano il loro comportamento meglio di tante parole. Paradossalmente furono gli inglesi i cantori delle imprese della X flottiglia Mas. Lionel Crabb, leggendario agente dell’MI6, numero uno dei sub britannici e responsabile della squadra anti-incursori di Gibilterra, onorava i caduti italiani lanciando in mare corone di fiori, e dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, andò a cercare i vecchi nemici per arruolarli nella guerra contro i nazifascisti. Da de la Penne a Straulino, da Birindelli a Forza, l’ultimo comandante della X, in tanti accorsero all’appello della nuova Italia, e stavolta a saltare per aria furono i navigli tedeschi a Genova, a La Spezia, a Imperia. Il modo migliore di ripristinare
il prestigio di un reparto infangato da Borghese e dai suoi marò.
«Sei italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare nel Mediterraneo». Winston Churchill, dopo l’«impresa» di Alessandria, dicembre 1941
«Alfio Caruso è un autore di saggistica corrosiva, sempre insofferente dei luoghi comuni e delle verità inconfutabili». la Repubblica
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