Aysuun: Figlia della steppa
Ai confini della Mongolia c’è una donna che resiste: il suo nome è Aysuun, e questa è la storia della sua vendetta.
È il 1930 e i sovietici lanciano una “campagna di pacificazione” nei territori della Mongolia e della Tuva per sradicare la cultura nomade. Non hanno pietà per nessuno: saccheggiano le yurte, massacrano i bambini, uccidono chiunque si metta sulla loro strada. Quando una brigata di soldati assale il loro campo, la tredicenne Aysuun e sua madre sono le uniche a sopravvivere. Venticinque anni dopo, mentre è al galoppo sul dorso di uno stallone indomabile, Aysuun incrocia di nuovo lo sguardo del suo aguzzino: è il colonnello Kariakin, venuto a prendere il comando di una fortezza nella steppa. È giunto il momento della vendetta, ma Aysuun sa che dovrà essere più scaltra del colonnello dell’Armata Rossa. Aiutata dal suo uomo, Tumur, durante una corsa di cavalli ruba Tara, il purosangue prediletto di Kariakin, per spingerlo a seguirla. Il colonnello si mette così sulle tracce della donna e dà il via a un temerario inseguimento, che lo condurrà ad attraversare la steppa sconfinata aiutato da un drappello di soldati. Ma chi è la preda e chi il cacciatore?
Ian Manook, con questo grande romanzo di avventura, lotta e passione, trascinato dal respiro della libertà, ci riporta nella terra di Yeruldelgger, la Mongolia selvaggia, tra bivacchi sotto le stelle e cavalcate senza meta, saggi sciamani e inquietanti superstizioni. Un mondo sconosciuto che tuttavia ci sembra familiare, dove l’unico padrone è la natura incontaminata, dove sole e luna guidano i popoli della steppa e le leggende scandiscono la vita nomade.
«I bivacchi sono momenti privilegiati, perché sono l’essenza della nostra vita di nomadi. Attimi sospesi in cui tu diventi un semplice sassolino nell’universo. Una pietra immobile e millenaria. Il tuo corpo, steso sulla schiena, finisce con l’appartenere alla terra che ti sorregge. Sopra di te, la contemplazione vertiginosa del cielo tempestato di stelle ti aspira oltre ogni limite. E senti di far parte di tutto questo. E se scorgi una stella cadente, ti dici che le nostre esistenze sono proprio così. Frammenti di universo che cadono e si consumano. E scompaiono».
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