Storia di un memorabile perdente: Le due vite e tre morti di Luciano Manara, patriota
«Il giorno 22 marzo 1848 a Milano, davanti a Porta Tosa difesa dagli austriaci, tutto sta per cambiare e un piccolo mondo attende di andare all’assalto. Ci sono impiegati, manovali, facchini, maestri di scuola, cantanti, lampionai, cocchieri; e preti e studenti, e donne, più di quante non si pensi. Sono tutti lì, pronti per combattere.» Questo romanzo segue l’epopea sfortunata del più grande eroe milanese del Risorgimento, il poco più che ventenne Luciano Manara, dall’entusiasmo delle Cinque Giornate di Milano del 1848, attraverso le sconfitte di Custoza e Novara, fino alla morte nella disperata difesa della Repubblica romana. La parabola di un fervente patriota, gli slanci e le contraddizioni di un visionario eroe che lottò per un’Italia che non riuscì a vedere.
A raccontarne la vita, gli slanci e i tormenti a duecento anni dalla nascita è il fidato stalliere, lo «scudiero» Italo: attraverso i suoi occhi conosciamo la vita quotidiana sotto l’Impero austriaco, la lotta per la liberazione dallo straniero, gli amori, i dolori e i sacrifici sulle barricate e sui campi di battaglia. Incrociamo per via i grandi eventi del Quarantotto e personaggi celebri come Verdi e Garibaldi, ma il racconto si concentra sul manipolo di eroi più vicini a Luciano tra cui i fratelli Dandolo ed Emilio Morosini. Tutti giovani, tutti brucianti di ideali, assolutamente determinati a seguire ciò che ritengono giusto, pagandone il costo con ogni sacrificio. Sono i protagonisti generosi e dimenticati di un’Italia che forse «non è mai stata».
A raccontarne la vita, gli slanci e i tormenti a duecento anni dalla nascita è il fidato stalliere, lo «scudiero» Italo: attraverso i suoi occhi conosciamo la vita quotidiana sotto l’Impero austriaco, la lotta per la liberazione dallo straniero, gli amori, i dolori e i sacrifici sulle barricate e sui campi di battaglia. Incrociamo per via i grandi eventi del Quarantotto e personaggi celebri come Verdi e Garibaldi, ma il racconto si concentra sul manipolo di eroi più vicini a Luciano tra cui i fratelli Dandolo ed Emilio Morosini. Tutti giovani, tutti brucianti di ideali, assolutamente determinati a seguire ciò che ritengono giusto, pagandone il costo con ogni sacrificio. Sono i protagonisti generosi e dimenticati di un’Italia che forse «non è mai stata».
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Marco Scardigli — UTET