Ci sta che un fidanzato ci lasci. Ci sta pure che un tubo dell’acqua si sfasci. E ci sta, anche se un po’ stretto, che un tentativo di incendio ci butti fuori dal letto, ma se tutto questo succede a una sola persona, nelle settimane che precedono il Natale, non sarà che la nostra protagonista con la sua attitudine negativa stia attirando le rogne? Cercare di scansarle non serve ma forse spostarsi dal buio alla luce di un lucernario stellato potrebbe portare risultati sorprendenti.
Natale? No, grazie. Questa è l’attitudine di Aurora verso la festività che più di ogni altra richiama a riunioni familiari e buoni sentimenti. Lei si sente storta, incapace di amare e poco portata per la famiglia. Per questo le rogne cominciano a prenderla di mira.
Il fidanzato le comunica una decisione poco natalizia. Il fratello le anticipa un regalo indesiderato, dotato di nome proprio. I regali normali di nomi non ne hanno, a meno che non si tratti di peluche. Per non farsi mancare niente, un tubo si sfascia per andare a piangere dritto nel terrazzino del vicino più rompiscatole che le potesse capitare. Infine, un tentativo di incendio la sveglia nel cuore della notte e la costringe all’addiaccio con addosso un pigiama malconcio. Indovinate chi incontrerà per strada in condizioni così disastrose?
Ma il Natale, che lo si voglia o no, può portare soprese non necessariamente sgradite, a patto di lasciarsi andare e avere fiducia nell’amore, poco propenso a chiedere permesso.
Le rogne che si accatastano davanti alla porta di Aurora sono il preludio a una vita tutta nuova. Benvenuto Ettore!
Si dice dell’autrice…
Che non vada matta per il Natale il quale, per essere vissuto con un’attitudine allegra e spensierata richiederebbe la sintesi di passato, presente e futuro in un unico punto luminoso. Ebbene, lei questa sintesi non l’ha fatta o le sono scappati dei pezzi, per cui di punti ce ne sono molti e riunirli in un’unica fonte luminosa natalizia è alchimia a cui sta lavorando da tempo, forse da prima che nascesse.
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