La mia terra, le mie radici, la storia che circonda i luoghi in cui vivo, e la mia vita, qui presa come esempio di uno spaccato generazionale ed utilizzata come deus ex machina per raccontare Catania, i suoi abitanti, i suoi modi di dire, per mostrare a tutti voi le luci, le ombre e i colori della mia Sicilia. “Mia” intesa sia nel significato di possesso e di amore viscerale, sia in quello di “personale”: la mia città vista attraverso i miei occhi e le mie esperienze, individuali ma anche collettive. Per fare ciò sono partita dall'inizio, e cioè dai miei antenati, dividendo la narrazione in due blocchi, uno ambientato a metà del 1600 e l'altro dagli anni '90 ai giorni nostri. Ho provato in tutti i modi a trasmettere le emozioni che il pensare e il vivere la mia terra mi trasmette, quel caleidoscopico turbinio di fuoco, mare, isole, fichi d'India, olive, barocco, templi, rovine, arance, barche, neve, faraglioni, pietra lavica, tetti a volta, pesce fresco, teste di moro, laghetti e riserve, Sole e marsala, cementine e scacciate. Spero di essere riuscita a trasmettere tutto ciò, anche in una minima parte, e a regalarvi la più bella delle albe sul mare della vostra vita.